Dopo settimane passate a riflettere sul futuro di questo blog, sulla possibilità di chiuderlo o meno, sul dubbio se sia meglio cancellarlo definitivamente dal web oppure abbandonarlo al suo destino, oggi mi è successa una cosa abbastanza curiosa.
Controllando i pezzi da pubblicare nel prossimo numero, vedo la presentazione del libro di un mio vecchissimo collega, un tizio che avevo conosciuto qui in redazione più di quindici anni fa e col quale, insieme ai giovani dell’epoca, si erano fatti tanti progetti editoriali.
Manco a dirlo, nessuno di questi progetti aveva visto la luce.
Erano sciocchezze di gioventù, ça va sans dire: progetti trasudanti entusiasmo, con un’unica pecca: si era tutti squattrinati.
E senza soldi, purtroppo, non si va da nessuna parte.
Nel frattempo, questo collega ha fatto il salto: ora lavora come caporedattore in un quotidiano piuttosto noto dalle mie parti.
Non avendo sue notizie da una vita e mezza, mi è venuto un colpo guardando la foto che correda l’articolo e notando come ora i suoi capelli sono completamente bianchi (tutti bianchi, tutti!… ma non era moro, all’epoca?…).
Lo sguardo curioso e il sorriso furbo che conoscevo una volta, invece, sono rimasti immutati.
Nel pezzo si parla del collega, del suo libro.
Si cita anche il suo blog.
Ah.
Un momento: un blog?…
… Cioè, fatemi capire: GL ha aperto un blog e io non lo sapevo?…
Persona molto schiva e inaccessibile, GL, me lo ricordo bene.
Noto che il suo blog gli somiglia: è anonimo, e proprio per questo si permette il lusso di trasudare sentimenti ed emozioni forti (ancora non capisco come abbia avuto il coraggio di dare l’indirizzo all’articolista…)
Malesseri, gioie, avvenimenti quotidiani: tutto è raccontato, un po’ criptato e un po’ filtrato con quella sua particolare scrittura inconfondibile. Eppure nessuno riuscirebbe a intuire che dietro quelle pagine c’è lui, GL.
Credo, anzi mi auguro che la stessa cosa possa dirsi per questo blog.
In breve: il blog di GL è un po’ particolare.
Mesi di abbandono si alternano a mesi fitti di scrittura.
Sette anni di vita raccontati a modo suo.
Comincio a chiedermi se non sia il caso di conservare Numéro 091277.
Di mantenerlo così com’è: un pezzo di vita, un’esperienza che non si cancella.
E riprenderlo o abbandonarlo quando necessario.
Sì, forse farò così.
Ciao GL, è da una vita che non ci si sente; credo che non capiterai mai su questo blog, e soprattutto non saprai mai che ho letto il tuo.
Meglio così.
Ad ogni modo.
Questa è per te, di diritto:
