Delle amiche e della solitudine

A volte saltano fuori ricordi inattesi,
scene di un passato non troppo lontano, profumi da lungo tempo dimenticati.
L’altra sera aspettavo mio figlio, era una serata silenziosa e tiepida, come lo sono le serate nei piccoli paesi, e quella scena di me davanti al portone mi ha ricondotta a qualche anno fa quando, con le amiche, di tanto in tanto, uscivamo per andare a mangiare una pizza.
Bellissime serate di noi tutte donne a spettegolare dei rispettivi compagni, era un po’ come un momento tutto nostro, un momento femminile, di stacco dalla vita quotidiana.
La memoria a volte è gentile, perché se da una parte ti restituisce gioie perdute, rimpianti e nostalgie, dall’altra, come uno specchio nel quale vedi te stesso e la tua vita, rifletti il percorso portato avanti e quella solitudine, che poi ho sentito dopo, con dolore, quando il rapporto con queste amiche si è chiuso irrimediabilmente, mi ha dato misura della mia forza interiore, del mio coraggio, del mio non abbattermi.
Io abituata a dire tutto, mai un passo senza confrontarmi, senza chiedere consiglio, mi son trovata sola, sola con le mie scelte da fare, sola con i miei problemi, sola con un dolore da elaborare e da canalizzare.
L’ho “canalizzato” in me stessa, misurandomi, forse per la prima volta, con le gioie e dolori della vita, con le mie fragilità, con le mie paure.
Quella solitudine tanto odiata e tanto temuta oggi è una mia alleata, quasi un’amica.
Non la guardo più con paura perché da lei ho imparato tanto di me!

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