Se poi è il tuo scrittore preferito, va da sé, ti piace. Forse addirittura lo adori. Compri tutto quello che scrive, lo leggi sempre.
Magari il tuo scrittore preferito è proprio un grande scrittore, uno che quando scrive raggiunge vette che nemmeno. Magari è uno che, con la scusa del romanzo, parla di te, del mondo, dei sentimenti e del dolore, della vita. Non ha alcuna difficoltà a intessere una visione politica, o filosofica, tra le righe.
Forse egli ha anche un curriculum ormai ricchissimo. Ha scritto tanto, pubblicato con onore. Piace, non soltanto a te.
Così capita che il tuo scrittore preferito debba scrivere (o far scrivere) le sue note biografiche nella bandella o direttamente sulla quarta di copertina. Egli principia con luogo e data di nascita (no, niente paura, non sta declinando le sue generalità: è il tuo scrittore preferito e troverà di certo un modo creativo per dirli) e con il posto dove vive. Due righe interlocutorie, tanto per fare il simpatico (un po' di colore) e rompere il ghiaccio e poi, giù, la lista (creativissima) di quel che ha scritto e pubblicato - dove, perché, quando e vincendo quali premi. Eventuali.
Ma non vuole, non vuole assolutamente risultare serioso, pesante o antipatico e allora chiude con una frasetta. Così:
"E tutto questo nei ritagli di tempo lasciati liberi dalla sua attività principale, che è la pesca sportiva".
Ora pensi: per carità ognuno è libero di definirsi come vuole, di fare quel che vuole, di scrivere quel che crede. Forse.
O forse no.
Fortunato, il tuo scrittore preferito. Ha un lavoro non male (eh sì!, scrive). Sicuramente non ci campa (anche se il suo curriculum straborda di titoli) così per guadagnarsi da vivere deve dedicarsi alla pesca sportiva. Po'erino, si dice in Toscana.
Ora pensi, ancora (perché in fondo anche tu hai poco da fare ma magari non ti dedichi alla pesca sportiva): chissà...
Chissà come la prenderebbe un precario, una dichiarazione del genere, o uno che è appena stato licenziato perché "c'è la crisi". Magari sarebbero contenti. Magari è il loro, di scrittore preferito.
Oppure chissà se anche Italo Calvino quando ha pubblicato... che so, "Le città invisibili" ha scritto (o fatto scrivere) "composto nei ritagli di tempo, dopo aver dato da mangiare al cane e prima di uscire a passeggio con la moglie".
Chissà che stile aveva lui, Calvino.