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Democratura(democrazia +dittatura) e demopazzia / A quando invece la vera democrazia?

Creato il 10 marzo 2011 da Marianna06

La rapida caduta di due dittature nell'Africa maghrebina(Tunisia eEgitto) e le ripercussioni  ad est(fino ai Paesi del Golfo ) e ad ovest( per il coinvolgimento della gioventù  di Marocco ,Algeria, Mauritania e non solo) hanno fatto e stanno facendo versare fiumi d'inchiostro agli esperti  di politica internazionale, i quali si chiedono, analisi dopo analisi ,sui documenti della storia recente e passata, come ciò sia stato possibile e  poi in così breve tempo.

In realtà la spiegazione del fenomeno è molto più semplice di tanti paroloni, che si vogliono adoperare o delle più disparate teorie di complotti politici o pseudo-tali, che si vogliono propagandare.

In Tunisia e in Egitto, con le dovute differenze sotto il profilo econonomico, politico e culturale, c'è un fattore demografico ,che ha un suo notevole peso.

E questo peso si è fatto sentire, facendo pendere la bilancia in direzione della democrazia o, quanto meno, di una sua possibile ricerca.

La maggior parte dei Paesi dell'Africa settentrionale infatti, fortemente popolati (si pensi che cos'è una magalopoli come Il Cairo), sono appunto abitati e vissuti da giovani di età  sotto i vent'anni.

E ,per quanta pesante povertà possa esserci in queste realtà, una certa istruzione di base ormai esiste. così come ci sono molti giovani che hanno avuto accesso all'università e vivono una loro vita culturale non diversamente dai coetanei europei.

Si aggiungano le tv satellitari ed internet e si capisce perchè tanta voglia di democrazia e tanta determinazione nel volerla realizzare.

Anche a costo della propria vita.

Il caso Libia parte dallo stesso terreno di "coltura" ma è  molto più complesso.

Merita pertanto un'analisi a parte, anche per l'andirivieni di notizie spesso troppo contraddittorie circa una eventuale soluzione.

Oggi, per altro,  è noto che ci dovrebbero essere incontri di emissari libici del "colonnello" a Bruxelles.

Ritornando invece a Tunisia ed Egitto bisogna dire che la fine delle due dittature rappresentano una svolta storica a livello di poltica internazionale.

E questa svolta è un mix di cultura e voglia giovanile di cambiare , presto e bene,le cose in casa propria.

Anche se con i giovani c'erano i meno giovani e tutte le menti pensanti della diaspora tanto tunisina quanto egiziana.

Il vero nodo da sciogliere oggi , in questi due Paesi ,è invece puttosto  il ruolo che giocherà politicamente l'esercito, che ha dato il suo grosso contributo alla liberazione.

Perché, finite le dittature dei "rais", che non tenevano in alcun conto il benessere delle proprie popolazioni, con soprusi e ruberie sfacciate, calpestando i più elementari diritti umani, si potrebbe, come attualmente in Algeria, correre il rischio di avere una "falsa" democrazia,

Ossia una democrazia di facciata, dove a comandare sostanzialmente sono i militari mentre il presidente è l'ennesimo fantoccio manipolato da un "altrove", più o meno dissimulato.Magari anche con un pluralismo di finti-partiti.I partiti del presidente .

Occorre, allora, davvero lavorare tutti per una "vera" democrazia in Africa settentrionale, Nord e Sud del mondo, Oriente e Occidente.

Il Mediterraneo è un mare piccolo e circoscritto. Più quasi un lago che un mare ,su le cui sponde s'affacciano tanto l'Africa che l'Europa. Non possiamo fare finta che così non sia.

Solo così, infatti, si scongiureranno enormi pericoli e si taglieranno in partenza le gambe ad ogni forma di violenza e/ o sopruso. E forse si vivrà la pace.

In armonia. Com'è giusto che, prima o poi , finalmente sia.

I famosi "fiori nei vostri cannoni" sessantottini, dei quali oggi con i venti di guerra che soffiano, si ha proprio una certa nostalgia.

 

 A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)

 

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