Madrid – 25 settembre – manifestanti si scontrano con la polizia
Democrazia è violenza?
È lottare, soffrire, picchiare e fuggire?
Quanti abusi su queste poche, fragili, sillabe. Quante appropriazioni ingiustificate le moderne società compiono in nome di un valore, politico, umano, che puntualmente viene svilito sin nelle sue più intime e meravigliose essenze.
Dov’è dunque la Democrazia e quando l’abbiamo smarrita?
Strattonata, offesa, ingannata, stuprata.
Ora è nelle grida di uno studente, ora, ancora, nel manganello di un poliziotto…
A tratti è un prodotto che esportiamo.. ben pagato sia chiaro.. con le nostre vigliacche guerre. E ancora lei, la Democrazia, usurpata e usata come scudo per compiere le più efferate e vili azioni della nostra specie.
È forse nei luoghi simbolo? In quei parlamenti intasati di corruzione ed egoismi. Moderni bordelli in cui un prezzo è ovunque e dove l’aria ristagna sino al vomito. Dove dovrebbe nascere e compiersi l’altissimo valore della rappresentanza. Dove invece è fango… e di questo fango si insudicia la città.
Hieronymus Bosch – I sette peccati capitali 1500-1525
Eccola allora la violenza. Rimedio estremo, comprensibile oltraggio, peccaminosa soluzione alla ricerca di un’immagine sognata, desiderata, inventata: Democrazia.
E Madrid si risveglia, il mondo si risveglia dopo un passo verso il passato, il ricorso alla violenza, per compierne uno verso il futuro, la Democrazia e la pace.
E siamo sempre lì…