La nostra non è democrazia, men che meno una sovranità popolare. Serve solo ricordare la sfilza dei sessantadue governi in poco più di sessant’anni. Siamo sbattuti dall’autoritarismo, soppressi dalla dittatura di un regime assoluto che spende e spande non per il popolo ma per l’elite di Montecitorio e di Palazzo Madama. E’ la casta dell’aristocrazia che rimane e si promuove “parte scelta” per se stessa. Per quel ristretto gruppo di esseri che vivono, che non producono e vegetano “raschiando e rosicando” sulle spalle dell’italiano comune.
E’ lo sputo sull’Italia che non c’è… Da cinquant’ anni e più la cerchia si è espansa con le manovre di pedine dando sempre lo scacco al popolo che la sostiene. Non è l’indice politico che ciò incute… Tanti governi, diverse maggioranze, plurimi movimenti di scacchi. Sempre e solo con lo stesso risultato. E la corda tira, si rompe e vien ricucita. E la povertà persiste, aumenta, divide ancor più allontanando la parificazione e i diritti umani. Diritti parificati nella carta, nella stessa Costituzione (art.3 art.38) dove lo Stato si premura di dare a chi necessita e abbisogna tramite associazioni di sorta. E la presa di culo continua senza un sociale ne un intervento effettivo.
Il solo evento programmato e ripetuto sono le finanziare, le manovre aggiuntive… Il furto aggravato al popolo che lavora, lasciandolo nel lastrico. Questa è la grand’ Italia che ci avvolge e ci deride. Non sperando in altro ci rimane un buon caffè, una spaghettata e… Qualche bella gnocca. Almeno l’amore è ancora libero. Esentasse tantopiù.
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