di Angelo D'Amore. La macchina burocratica, ha davvero bisogno di questa politica? Mi spiego. Se un organismo amministrativo sia centrale che periferico per funzionare al meglio, necessita esclusivamente di professionisti seri e preparati, perchè tali compiti dovrebbero essere svolti da figure provenienti dalla politica? D'altronde oggi in Italia, c'è un governo tecnico, fatto da persone che prima, ufficialmente, non si interessavano di politica a tempo pieno, guida tecnica che, per molti degli stessi leaders politici attuali, dovrebbe essere mantenuta anche dopo la scadenza naturale di questa legislatura. Che senso ha allora insistere sul trovare una nuova via politica per il Paese, visto che è ormai conclamata la propensione quasi genetica dei nostri amministratori ad usare la cosa pubblica per interesse personale? In questo momento storico, l'Italia necessiterebbe soprattutto di pulizia, di epurazione, non del perpetuarsi di un dramma, in cui si è trasformata la vita politica, in cui si cercano nuovi attori figuranti, ma i registi ed i produttori restano gli stessi. La corruzione è ormai dilagante. Dopo 20 anni da tangentopoli, nulla è cambiato in questo Paese. Se si mettesse la lente d'ingrandimento su ogni amministrazione, si scoprirebbero dappertutto ruberie e sprechi, cattive gestioni e sperpero di danaro pubblico. Quando si arriva ad un colpevole, tanti altri la fanno franca, perchè è impossibile controllare a fondo ogni ente pubblico, ogni amministrazione territoriale. Molti concordano nel ritenere il cosiddetto "modello Caserta" - la militarizzazione del territorio per finalità di lotta alle organizzazioni di stampo mafioso - uno strategico strumento con cui lo Stato combatte l'illegalità. Data la perdurante corruzione esistente nella politica, la dilagante abitudine di molti amministratori di servirsi del danaro pubblico per arricchimento personale, la conclamata commistione tra politica e malavita, perchè non allargare in modo esteso e capillare la militarizzazione anche nella gestione delle amministrazioni sia centrali che periferiche? E' peggiore un regime militare (non di tipo sud-americano, ma una forma di commissariamento prolungato della pubblica amministrazione) o una democrazia solo virtuale ma in realtà espressione del clientelismo di casta e dell'affarismo mafioso? A Reggio Calabria, primo capoluogo di provincia ad essere commissariato, non è calato il coprifuoco come accadeva tempo fa a Tripoli, per intenderci. La vita continua.
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di Angelo D'Amore. La macchina burocratica, ha davvero bisogno di questa politica? Mi spiego. Se un organismo amministrativo sia centrale che periferico per funzionare al meglio, necessita esclusivamente di professionisti seri e preparati, perchè tali compiti dovrebbero essere svolti da figure provenienti dalla politica? D'altronde oggi in Italia, c'è un governo tecnico, fatto da persone che prima, ufficialmente, non si interessavano di politica a tempo pieno, guida tecnica che, per molti degli stessi leaders politici attuali, dovrebbe essere mantenuta anche dopo la scadenza naturale di questa legislatura. Che senso ha allora insistere sul trovare una nuova via politica per il Paese, visto che è ormai conclamata la propensione quasi genetica dei nostri amministratori ad usare la cosa pubblica per interesse personale? In questo momento storico, l'Italia necessiterebbe soprattutto di pulizia, di epurazione, non del perpetuarsi di un dramma, in cui si è trasformata la vita politica, in cui si cercano nuovi attori figuranti, ma i registi ed i produttori restano gli stessi. La corruzione è ormai dilagante. Dopo 20 anni da tangentopoli, nulla è cambiato in questo Paese. Se si mettesse la lente d'ingrandimento su ogni amministrazione, si scoprirebbero dappertutto ruberie e sprechi, cattive gestioni e sperpero di danaro pubblico. Quando si arriva ad un colpevole, tanti altri la fanno franca, perchè è impossibile controllare a fondo ogni ente pubblico, ogni amministrazione territoriale. Molti concordano nel ritenere il cosiddetto "modello Caserta" - la militarizzazione del territorio per finalità di lotta alle organizzazioni di stampo mafioso - uno strategico strumento con cui lo Stato combatte l'illegalità. Data la perdurante corruzione esistente nella politica, la dilagante abitudine di molti amministratori di servirsi del danaro pubblico per arricchimento personale, la conclamata commistione tra politica e malavita, perchè non allargare in modo esteso e capillare la militarizzazione anche nella gestione delle amministrazioni sia centrali che periferiche? E' peggiore un regime militare (non di tipo sud-americano, ma una forma di commissariamento prolungato della pubblica amministrazione) o una democrazia solo virtuale ma in realtà espressione del clientelismo di casta e dell'affarismo mafioso? A Reggio Calabria, primo capoluogo di provincia ad essere commissariato, non è calato il coprifuoco come accadeva tempo fa a Tripoli, per intenderci. La vita continua.
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