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>>Demolizione e ricostruzione della politica italiana

Creato il 09 novembre 2012 da Felice Monda

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Siamo giunti alla fine di un’era politica: coloro che contavano tra l’altro sullo “show televisivo” per “guadagnare consensi” ora si trovano ad essere condannati dallo stesso show televisivo.

Siamo in un’era in cui i vecchi leader politici sono tutti “decaduti” ma a parte Grillo e Renzi non se ne propongono dei nuovi.

Siamo in un’era in cui con la legge elettorale attuale e le sue ultime modifiche nessuno vince e nessuno perde e si auspica quindi un eventuale Monti-bis.

Siamo nell’era del PDL “in macerie” in cui i vari “capi-partito” litigano per “l’eredità Berlusconiana”: “litigio” che potrà avere la sua “consacrazione” nelle primarie del PDL per il premier, primarie che lo stesso Berlusconi ha definito “inutili”.

È finita l’era della personalizzazione politica e forse sta cominciando un’era in cui ci sarà più partecipazione e democrazia diretta, un’era in cui il cambiamento e il rinnovamento “chiedono spazio” alla vecchia politica della “casta” e dei “privilegi”.

Siamo nell’era della “crisi” e forse della “morte” dei “vecchi partiti”, siamo nell’era della “sfiducia smisurata” nei confronti della politica, siamo nell’era dell’astensionismo e della critica assoluta degli elettori come anche siamo nell’era dell’indignazione, del dissenso, della rabbia e della protesta.

L’era politica che stiamo vivendo è questo e anche altro: è l’era degli scandali giornalieri, l’era dello “sperpero” del denaro pubblico, l’era della corruzione, del nepotismo, del clientelismo e del malaffare.

Tutto questo dovrà avere una fine perchè sono gli italiani a chiedere la fine di tutto ciò anche se si sa bene che molti italiani sono stati complici di tutto ciò perchè o abbagliati dallo “show televisivo”a cui si è accennato prima o per dinamiche su citate a cui aggiungere anche il sistema voto-favore o per altri motivi ancora.

Il cambiamento a cui tutti agognano deve partire da noi stessi, dal nostro piccolo: se non cambiamo prima noi stessi non possiamo cambiare tutto quello che è attorno a noi.

C’è bisogno di una vera e propria “strage politica” e poi ricostruire da questa come dopo un terremoto e ognuno di noi si deve impegnare sia per la demolizione che per la ricostruzione.


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