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Demoni

Da Lupokatttivo

Bava alla bocca

Demons

E’ che prima di…che prima di “The ring” , e prima di “Dal tramonto all’alba”….. insomma PRIMA, il Lamberto nazionale aveva gia’ pensato a tutto lui. Solo che le proiezioni malvagie avvengono al cinema e non in videocassetta…e i mostri ti chiudono dentro allo stesso cinema, non al Titty Twist… Per il resto cosa cambia?
Il nostro Lamberto Bava, tratteggia un’opera a tinte forti degna del “mainstream” hollywoodiano. Eh si’ perchè negli anni ottanta noi italiani l’horror lo sapevamo fare. Anzi, negli anni ottanta il nostro cinema di genere era preso a modello anche oltreoceano: ne sanno qualcosa i vari Tarantino, Rodriguez, Roth e compagnia bella che proprio da questo film hanno tratto piu’ di una citazione. “Demoni” è uno dei primi esempi di splatter italico, è spudoratamente uno “zombie-movie”, con i demoni (come da titolo) al posto degli zombie. I clichè del genere ci sono tutti, il gruppo sacrificale bloccato nel cinema, il tentativo di isolarsi dai cattivi sprangando porte e finestre, il contagio e la mattanza. Niente di nuovo quindi, ma la pellicola è un ottimo esempio di cinema horror, mescola trovate sopraffine (la scena dell’elicottero è esemplare), azione sanguinaria a tutto tondo e effetti speciali ben realizzati dal mai troppo idolatrato Sergio Stivaletti (cioè vogliamo mettere i brufoloni di gomma che esplodono, il cambio dei denti, il vomitino verde???? bellissimo). Il film è scritto e prodotto da Dario Argento, all’apice del suo periodo d’oro, le musiche originali sono dei Goblin, guidati dal sempreverde Simonetti, e si uniscono meravigliosamente a tanti successi pop/rock dell’epoca. Risentire oggi certi brani nella colonna sonora di un film del genere è strepitoso; il sound inconfondibile di Billy Idol, degli Scorpions, dei Motorhead, corredato da mostri e amenità varie sul video è godimento puro.
Naturale che quando si guarda un B-movie con quasi trent’anni sulle spalle, qualcosa vada comunque e doverosamente perdonato; qualche peccato veniale c’è: dialoghi non sempre all’altezza, alcune situazioni un po troppo forzate, recitazioni discutibili, ma ci si passa volentieri sopra per godere della grandezza di tutto il resto. Insomma un film assolutamente da ri-vedere e ri-ascoltare, per rivivere le emozioni della sala nei tempi che furono. Culto.


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