Denise Pipitone, una sconvolgente intercettazione riapre il caso

Creato il 13 dicembre 2014 da Nicola933

Vittima di una faida familiare. Di un odio che non si è fermato neanche davanti a un piccola vita. Quella di Denise Pipitone, scomparsa da Mazara del Vallo, nel trapanese, il 1° settembre 2004. Avrebbe compiuto 4 anni meno di un mese dopo, svanì nel nulla mentre giocava per strada, davanti alla porta di casa, oltre la quale sua nonna preparava il pranzo. "L'ha uccisa mamma", avrebbe detto in un'intercettazione Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, finita nell'inchiesta con l'accusa di averla sequestrata con la complicità del fidanzato di allora, Gaspare Ghaleb. Jessica dunque punterebbe il dito direttamente su sua madre, Anna Corona. E per questo oggi, a 10 anni dalla scomparsa della bambina, la procura di Marsala ha aperto per la prima volta un fascicolo per il suo omicidio. Per ora a carico di ignoti, ma per gli inquirenti è chiaro che l'inchiesta punta verso la madre della sorellastra della piccola. Un'intercettazione che risale a 40 giorni dal rapimento, quando un nastro registrò la conversazione tra Jessica e sua sorella Alice. In dialetto, a bassa voce, con un audio disturbato, quelle parole rimasero incomprensibili per anni.

Dimenticate, mai comprese, messe da parte dopo qualche iniziale tentativo di analisi. Finché ai primi di dicembre, davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo, dove si sta celebrando il processo d'appello contro Jessica che in primo grado è stata assolta, le nuove trascrizioni sono state rese finalmente note. "Abbiamo avuto bisogno di un'opera di filtraggio e pulitura dei nastri magnetici", hanno spiegato i periti, facendo riferimento a nuove tecnologie rivelatesi indispensabili per capire cosa si dicessero le due sorelle Pulizzi. "Mamma ha ucciso Denise", sussurrerebbe Jessica. Ammonendo poi la sorella Alice: "Ma tu di queste cose non devi parlare". Una frase che secondo Giacomo Frazzitta, il legale di Piera Maggio, la mamma di Denise, confermerebbe un intreccio noto da anni:"Già nelParringa del processo di primo grado avevo definito Anna Corona la mandante morale di quel sequestro", spiega l'avvocato. Ai tempi, infatti, la Corona insieme con diversi parenti era stata indagata, ma poi la sua posizione era stata archiviata. "Queste intercettazioni non solo confermano gli elementi contro di lei che andranno senz'altro approfonditi, ma anche il coinvolgimento di Jessica nel rapimento di Denise". Dunque si aspetta la sentenza. "Arriverà a febbraio, speriamo in un accertamento della verità soprattutto per la piccola Denise".

Uccisa, quindi. Non rapita e tenuta nascosta chissà dove come ha sempre sostenuto la mamma di Denise. La piccola sarebbe rimasta schiacciata per sempre da un meccanismo infernale. Quello di una famiglia complessa e Fin troppo allargata, ben diversa da quelle che in Tv trovano sempre e comunque un modo per andare d'accordo. Perché fatta di storie d'amore clandestine, tradimenti e figli illegittimi. Perché Denise era frutto di una lunga relazione extraconiugale tra Piero Pulizzi e Piera Maggio. Riconosciuta dal marito di lei (poi diventato ex), Antonino Pipitone, la bambina era cresciuta con il fratello maggiore Kevin, che oggi ha 21 anni, a poche vie di distanza dalle sorellastre. Pulizzi, infatti, all'epoca era sposato con Anna Corona, dalla quale aveva avuto Jessica e Alice. Entrambe legatissime al padre, soprattutto Jessica che in paese descrivevano come terribilmente gelosa di Piera e soprattutto della sua bambina. Denise quella mattina caldissima di settembre giocava per strada, come si fa ancora nei paesi. E di punto in bianco non si è trovata più. "All'inizio ti aspetti di ora in ora che ti riportino la bambina. Il fatto che tua figlia possa non tornare per la notte non lo prendi neanche in considerazione", raccontava quei primi momenti di strazio mamma Piera. "Invece la notte passa e cominciano a cercarla nei posti più brutti. Sai che stanno controllando gli elenchi delle persone sospettate di pedofilia. Allora arrivi persino a sperare che il telefono non suoni mai". Lei, Piera, a quel telefono è ancora saldamente attaccata.

Ci è rimasta sempre, ne ha fatto una ragione di vita. Non da sola, visto che qualche anno dopo la scomparsa di Denise, in silenzio si è riavvicinata a Piero. Così insieme i due genitori la aspettano, senza perdersi un momento dell'intricatissima vicenda processuale. Come abbiamo detto, infatti, Jessica, figlia maggiore di Piero e sorellastra di Denise, è tuttora imputata per concorso in sequestro di persona. L'avrebbe rapita con l'aiuto del fidanzato di origine tunisina Gaspare Ghalcb. Lei però il 23 giugno 2013 è stata assolta in primo grado perché le prove non erano sufficienti, lui è stato sì condannato a due anni, ma perché avrebbe mentito ai giudici. Il padre Piero, che contro la figlia maggiore si era costituito parte civile accanto a Piera Maggio, aveva sussurrato stravolto: "Così non c'è giustizia". Nel frattempo si continua a cercare la piccola, che oggi sarebbe adolescente. "La nostra speranza è che dopo il rapimento sia stata cresciuta da una famiglia che la ama e che oggi si riconosca sul sito che abbiamo messo online per cercarla", dice la mamma alludendo a www.cerchiamodenise.it. Adesso che si parla ufficialmente di omicidio, tornano alla mente le dichiarazioni controverse di Giuseppe D'Assaro, pluriomicida e pentito, ma soprattutto ex marito della sorella di Anna Corona, Rosalia. Nel dicembre 2007, a tre anni dalla scomparsa della bambina, D'Assaro ai giudici di Marsala disse che Denise era stata sequestrata e uccisa da Anna insieme con la sorella. Del corpo si era disfatto lui stesso, gettandolo in mare. Poi durante il processo nel 2011 aveva smentito: "Tutte fesserie, non ho mai visto il suo corpo. La bimba è stata portata da mia moglie e da Jessica a Palermo". Ripete ostinatamente mamma Piera: "Fino a prova contraria mia figlia è viva", Le intercettazioni di Jessica però ora hanno un peso diverso. "Con dolore ne prendo atto", ha scritto dopo la diffusione del nastro. "Vogliamo la verità su questo calvario doloroso, voluto da persone cattive e prive di senso umano".


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