Denti guasti, ovvero la sceneggiatura di un film neorealista che preferiremmo non vedere, il brutto film dell’Italia contemporanea che, nella civilissima Torino, invoca il senso dell’esistenza.
Esistere e sopravvivere nel disfacimento della coesione sociale, nell’imbarbarimento dei rapporti, anche i più intimi, nella violenza cieca – ma visibilissima – dei diseredati, e in quella affatto miope – ma invisibile – del progetto politico e culturale vissuto sulla pelle e inflitto nella carne del paese in questi anni scuri: viviamo in una società dissociata dalla propria storia, senza più meta se non il presente stesso. In una parola, senza futuro. Possiamo certo continuare a mentire. A noi stessi sopratutto.
Matteo De Simone, con questo romanzo, ti sbatte in faccia la realtà. Il suo è un approccio “antropologico”: descrive con circostanza e sicurezza, persone ed esistenze, storie di vita e di morte, speranze imprigionate nelle sorridenti bugie dell’odioso immaginario edonistico dell’oggi. Lo fa con precisione chirurgica, ma non dimentica il valore narrativo della metafora e dell’iperbole poetica.
Denti guasti è un grido di disperazione. Ma, se osservi attentamente, aguzzando lo sguardo fra le parole, lo vedi, perché c’è. Quel magnifico desiderio – è imperioso – di riscatto, di emancipazione, di giustizia. È la bellezza della vita, che ci manca tanto.
Matteo De Simone è nato nel 1981 e vive a Torino. È conosciuto ai seguaci del rock indipendente italiano come autore, cantante e bassista dell’apprezzato trio rock “Nadàr Solo” (con Federico Puttilli e Alessio Sanfilippo). Come scrittore ha pubblicato nel 2007 il romanzo Tasca di pietra (Zandegù), accolto con successo dalla critica e inserito dalla rivista «Panorama» tra i migliori esordi dell’anno. Suoi racconti sono apparsi in antologie pubblicate da Terre di Mezzo, Transeuropa, Coniglio Editore, Barbera, Sartorio e sul blog collettivo Nazione Indiana. Denti Guasti è il suo secondo romanzo.