Ma ormai si sa, quando si arriva al dunque le parole non contano nulla e tutti si aggrappano al potere senza avere il coraggio di dire no e di aprire una frattura dentro l’unanimismo dei ricatti. Così il Pd si è lasciato trascinare completamente nelle logiche opache e corruttive del berlusconismo che per molti anni sono stati tema di una battaglia senza quartiere: sostenere un ministro che si è reso responsabile di manovre e favoritismi non tanto lontani da quelli del Cavaliere (l’anoressia della Ligresti era vera come la nipote di Mubarack), significa assumersene la responsabilità e in qualche modo garantirne la legittimità. Questa alla fine è la vera sostanza politica della manovra di Letta e della resa dei contestatori a parole: e per carità non veniamocene fuori con l’argomento che un esecutivo di inetti, bugiardi e baciapile di Bruxelles non si può toccare per il bene del Paese, perché semmai è proprio l’esatto contrario.
Alla luce di questo ennesimo tradimento non vedo che senso possano avere le primarie con un Civati che non solo non ha il coraggio di andarsene, ma nemmeno di votare contro lo scempio del buongoverno, che vuole cambiare il Pd, ma che intanto è stato cambiato dal Pd, un Renzi che chiamerà a raccolta nei gazebo le truppe cammellate dei berlusconiani per vincere facile e per poter ascrivere alla sinistra la signora Thatcher come ha già fatto la sua senatrice Nadia Ginetti e un Cuperlo che esprime lo statu quo degli apparati. Tutto questo è così terribilmente decrepito, nelle sue varie forme, che non vale certo due euro, anzi ogni scheda è un alibi per permettere al Pd di sviluppare il lato B del berlusconismo. L’obolo diamolo piuttosto agli alluvionati della Sardegna: faremo due opere buone, la prima in favore di chi non avrà per “necessità” di bilancio un aiuto dallo Stato, la seconda a favore degli terremotati del Pd che forse solo lo choc dei gazebi vuoti potrà svegliare dal sono lettiano e napolitano.