21 agosto 2013 § Lascia un commento
Devo dire che purtroppo Marco ha ragione. Mi piacerebbe molto pensare che anche nel mondo shakerato e puntiforme di oggi un Pier Vittorio Tondellisarebbe in grado di unire i puntini suoi e della sua tribù, ma credo proprio che sia diventato non possibile.
Siamo finiti in un’epoca rizomatica molto più di quanto prevedevano Deleuze e Guattari, un’epoca in cui il gusto si è di fatto individualizzato in modo estremo e sono ormai moltissimi – probabilmente troppi – i giovani che si sono trasformati da consumatori in produttori culturali, grazie a un video caricato su Youtube o uno scritto pubblicato sul proprio blog. Se da un lato vedo gli aspetti positivi di questa miriade di esplosioni culturali, dall’altro mi pare evidente che non è possibile antologizzare nulla, perché qualunque tentativo sarebbe sicuramente parzialissimo e incompleto a un livello fastidioso. Se già Un weekend postmoderno era un libro non-libro chiaramente esploso, scrivere Un weekend metamoderno sarebbe un’azione sterile.
Alla fine cosa resterà di tutta questa messe? Che vita avranno, per dire, i miliardi di post, alcuni senza dubbio di profondo valore, che si affastellano nelle centinaia di milioni di blog di tutta la rete?