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dentro la vertigine

Creato il 07 dicembre 2011 da Papibulldozer

dentro la vertigine una docente universitaria, nella russia stalinista viene accusata d’ essere trotskista e quindi dopo aver subito un processo-farsa di 7 minuti, finisce 8 anni in siberia dopo averne trascorsi 2 in isolamento. perderà tutto.

non è solo la trama del film ma quel che realmente accadde a evgenija ginzburg mentre infuriava la seconda guerra mondiale. la sua vita venne trasformata e distrutta, tutti i suoi legami affettivi strappati, alcuni per sempre.

ora, non voglio fare il solito blablabla sulla dittatura, il comunismo, stalin come hitler… insomma tutte quelle cose che ormai si sentono ripetere come in un disco rotto. non che non sia tutto legittimo, solo che per chi l’ ha capito bene, e per chi non lo vuole capire inutile perderci altro tempo.

 una domanda mi martellava in testa mentre il film procedeva verso il suo epilogo: perchè?

non il perchè della dittatura, delle sue mostruosità, del suo immenso potere di decidere le sorti di chiunque in qualsiasi momento. queste cose già si sanno insomma, la storia dell’ umanità è costellata di esempi simili che si ripetono ciclicamente.

è sui perchè dell’ individuo che rimango ogni volta perplesso e frustrato.

perchè non fuggi quando ne hai ancora il tempo? perchè non combatti quando ormai capisci che non ne puoi più fare a meno? perchè ti aggrappi a quell’ illusione creata dalla speranza e che in fondo tutto si “metterà a posto”? perchè credi che colui che hai davanti possa provare pietà come se fosse “normale” per chiunque provare pietà?

uno degli aspetti più assurdi della civiltà, e proprio la perdita dell’ istinto. quell’ istinto che permette alla gazzella di fuggire zizzagando il più velocemente possibile appena sente “puzza” di leonessa. non aspetta neppure di vederla, perchè se commettesse quest’ errore, per lei sarebbe la fine.

l’ uomo “civile”, imborghesito, no. aspetta. aspetta sempre che qualcuno decida per lui.

  quando sei abituato per una vita a farti dire se sei idoneo per quel lavoro, per quello stipendio, quante “ferie” avrai e quando potrai andare in pensione, ecco che quando qualcuno deciderà di derubarti in un parcheggio, di stuprarti in un sottopassaggio, di farti digerire manovre “sangue e lacrime” per pagare i crimini commessi da altri, molto noti per giunta… tu glielo lascerai fare. devi anche sapere se quando qualcuno deciderà che dovrai morire, tu starai, inerme e vigliacco, ad aspettare che il boia  faccia cadera la lama sul tuo collo. perchè il boia è boia, e anche se sotto il cappuccio piange, farà esattamente quel che gli è stato ordinato.

forse esistono solo dittature, con sfumature più o meno “aggressive”, che puntano allo stesso obiettivo: privare l’ individuo di ogni capacità di reazione, ancor prima di usare corde e catene. ma perchè ogni volta ci sono milioni di persone che lo accettano come se fosse giusto così?



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