Ogni anno DePadova ci stupisce sempre con installazioni innovative nel suo immenso Show room di Corso Venezia. Anche quest’anno non ci ha deluso.
Gli invitati sono stati invitati a entrare in un grande libro aperto, con pagine sinuose e svelando le novità grazie all’allestimento curato da Jo Ann Tan dove tutto diventa realtà. Sembra di entrare direttamente nel catalogo firmato De Padova dove le superfici si trasformano in volumi e ricreano la sensazione di tridimensionale.
I nuovi prodotti sono al centro della narrazione e creano relazione con tutto quello che li circonda, producendo allo stesso tempo mutamento e innovazione.
E con questa idea che anche quest’anno De Padova si affaccia al Salone Internazionale del Mobile con la freschezza del cambiamento che viene dal carattere deciso e distintivo dei prodotti che suggerisce.
In particolare DePadova presenta il divano Yuva disegnato da Aksu/Suardi, dalle linee morbide e arrotondate che nasce dal desiderio di ridurre, semplificare, portare all’essenziale il prodotto partendo, progettualmente, dall’idea di un cuscino.
Accanto i complementi Keel, di Form Us With Love, progetto che nasce dall’osservazione delle barche a vela.
Railway, di Luca Nichetto, e un tavolo per esterni con carattere e solidità, pulizia delle forme e rigore della funzionalità.
E infine Pilotis, di Philippe Nigro, un divano unico nel suo design dove l’applicazione di un elemento architettonico ad un elemento di arredo induce un cambiamento di scala che ne modifica la percezione.
Da sempre De Padova rinnova con attenzione la sua collezione e i suoi pezzi storici adattandoli alle nuove esigenze di utilizzo e di gusto. Ecco allora presentato il divano Chat con la seduta meno profonda che meglio si adatta a spazi più ridotti.
La sedia Silver con un nuovo colore rosso per seduta e schienale, Credence, che si veste di bianco e arancio per adattarsi alle nuove nuance della collezione cosi come la sedia Florinda, con la nuova finitura della struttura color moka.
La semplicità è la cosa più complicata al mondo”, di Vico Magistretti, e uno dei pensieri che meglio rappresenta l’origine del progetto dove la creatività —disegnata da Karin Kellner— e stata messa a punto dal team interno coordinato da Marco Velardi, direttore creativo dell’azienda.
Milano, Orsetta.