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Departures – il film

Da Leragazze

Departures – il film

Il film che vorrei segnalarvi non è nuovo. È uscito nel 2008, ha sbancato il 32° Japan Academy Prize Awards assicurandosi dieci premi, e nel 2009 ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Da noi è arrivato nella primavera del 2010. Si intitola Departures ed è giapponese.

Mi ha ricordato molto il bel romanzo di Mary B. Tolusso L’imbalsamatrice, del quale riferivo in questo post e di cui si parla nell’intervista all’autrice. Forse ho scelto di vederlo proprio perché mi aspettavo che mi riportasse alle atmosfere di quel libro e sapevo che di questi tempi il mio umore sarebbe stato in sintonia con esso.

Le mie aspettative non sono andate deluse. È la storia di un uomo che di lavoro fa il tanatoestetista, colui cioè che prepara i morti prima “dell’ultimo viaggio”, che in Giappone termina con la cremazione.

È un lavoro che non sceglie, che inizialmente, dopo aver abbandonato la convinzione di essere un violoncellista di talento, svolge per necessità, e che poi continua a fare con dedizione e delicatezza, nonostante attiri su di lui giudizi malevoli e pregiudizi di chi lo circonda. Come dice tra sé il protagonista: “Dare a un corpo divenuto freddo una bellezza che durerà per sempre, con calma, con precisione, ma soprattutto con tanta amorevolezza, pur nella tristezza dell’ultimo addio, quanto viene eseguito per preparare il defunto, immersi nel silenzio pieno di pace, mi appare meraviglioso”.

In Giappone tutto questo è un rituale che si svolge davanti ai parenti del morto, ma anche con la loro collaborazione. Rappresenta dunque una sorta di addio che questi gli tributano prima di lasciarlo andare.

Il protagonista, infatti, viene a contatto con i familiari e quindi con il dolore, la sofferenza, la rabbia, il rimpianto, il rimorso e con tutta la gamma di emozioni che una perdita provoca.

Departures è un film pieno di poesia e di musica, che ci mostra incantevoli paesaggi di un Giappone non metropolitano.

Forse il finale è un po’ prevedibile, ma a un film così glielo si può perdonare.



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