Al momento è quasi scontata la possibilità di una chiusura della Brigata Pozzuolo del Friuli di Gorizia. Nei piani del Ministero della Difesa c’è la soppressione di due Brigate su 11: la Brigata dei Granatieri di Sardegna e la Pozzuolo. Negli ultimi quindici giorni il Presidente del Mir, Gianpiero Samorì, da me sollecitato, ha chiesto lumi sul perché di questa riorganizzazione ecco la motivazione: “si tratta di una trasformazione a costo zero di accorpamenti di funzioni già esistenti che produrranno economia nell’intero sistema”. Una decisione che suscita molto scalpore, anche alla luce che Gorizia è una città insignita della Medaglia d’Oro al valor Militare .
Alla base della decisione c’è la solita questione del taglio dei costi senza però aver considerato che la struttura di Gorizia è di proprietà del Ministero della Difesa per cui non rappresenta un costo per il fitto che, invece, ci sarà se verrà spostata in altre sedi; ma questo i politici locali lo hanno pensato ed evidenziato nelle sedi competenti?
“Sempre di più, quindi, carte alla mano ci convinciamo che i nostri politici non hanno alcun peso né a Roma né in Regione raggirati da personaggi quali Monti, Di Paola, Rutelli, Casini, Alfano ed altri che puntualmente disattendono accordi e promesse e che si vedono a Gorizia solo in occasione di campagne elettorali per prendere in giro i goriziani”.
Cosa accadrà alle famiglie e ai militari di stanza a Gorizia?
Cosa accadrà alle loro abitazioni, dato che il mercato dell’edilizia è fermo, chi li potrà comprare?
Cosa accadrà all’indotto che vive e lavora grazie ai militari?
La Brigata sarà trasferita e Gorizia sarà ancora una volta penalizzata. Dopo anni di convivenza con i militari e la loro caserma, i locali di Piazza Cesare Battisti, resteranno vuoti a fare, semplicemente, bella mostra di se! Non è possibile che un territorio sia penalizzato da una serie di decisioni politiche prese a Roma e venga, sistematicamente, depauperato delle poche risorse presenti. Prima è andata via la Telecom, poi la banca d’Italia, forse il punto nascite, reparti interi di Ospedale, come se la Salute Pubblica fosse un optional, ecc.
L’attuale classe politica goriziana, formata da autoeletti senza “referenze” guarda solo i loro interessi e quelli della loro cricca; fare politica, quella vera è fare il bene della polis, cioè della Città, della Regione, dello Stato; invece sono macchine mangiavoti e mangiadanari, autoreferenziali, prive di qualsiasi cultura e prospettiva, di qualsiasi remora morale ed amore per il cittadino.
Siamo esterrefatti per quello che sta accadendo a Gorizia e lo siamo ancor di più quando ci accorgiamo che i politici locali sembra non averne nemmeno la consapevolezza se si escludono tardivi “affidamenti di messaggi di salvezza”.
Siamo ad una antipolitica eversiva di sussistenza e non di crescita del nostro territorio e riteniamo che il momento particolare imponga un coinvolgimento maggiore nelle attività e negli organismi decisionali sia della società civile, più vicina alle necessità del popolo, sia dei giovani. Giovani non solo anagraficamente ma soprattutto culturalmente, uomini e donne liberi di esercitare il proprio pensiero e la propria libertà, rispettosi delle regole, che garantiscono la vita politica di una comunità senza essere sottoposti al vincolo del “padrino politico di turno”.
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