Ora bisogna fare i conti con la depressione post festum. Chi non si sente svuotato, svilito, deperito ( non per il cibo ) mentalmente nel ritornare con i piedi per terra, alla realtà nuda e cruda di tutti i giorni, con le promesse di babbo Natale, il nuovo anno che arriva che porta con se speranze e sogni da realizzare e il rito propiziatorio dell’Epifania che purtroppo tutte le feste si porta via. Tutto lasciato alle spalle. Ciao, a fra un anno, Maya permettendo.
Suona il campanello di una camera.Mi da….come si chiama…non mi viene il nome...
Mi dica signora...
La….come si chiama??
La signora si sforza di rammentare quel nome familiare che ora non le torna in mente, le sfugge. Quel nome che utilizza nel linguaggio di tutti i giorni ma che ora non riesce a ricordare.
Mannaggia…ma come si dice…ahh…eccoooo…la scodelletta.
Ora le prendo la scodelletta signora.
IN OSPEDALE LA CUCINA SI TROVA IN BAGNO
E’ rimasto tutto come prima, tra scodelle, padelle e barelle, annodati nel sacco della befana che è volata lontana e si è portata con se i sogni lasciandoci solo tramontana.
Cosa cambierà? quale futuro ci sarà? Che sacrificio ci toccherà? Chissà se il governo ci pagherà? Ce lo dirà solo l’anno che verrà.