(27 marzo 2005)
Metto a fuoco il Daniel, la torre campanaria della cattedrale gotica. Dalla sommità, l’occhio riposa sopra le case a graticcio con i tetti spioventi e sull’intatta cinta muraria pausata da torri possenti. Oltre, si perde in campo lungo nei prati di verde chiaroscuro dentro il cratere del Ries. La sobria supremazia della natura avvolge questo lembo di Baviera che scorre da Augsburg a Würzburg lungo la Romantische Strasse. Tra i pensieri fa eco da lontano Forbidden Colours. Più lascio indietro la realtà più essa mi segue e mi ricorda, discreta, amorevole.
Gemüsesuppe, Schweinsbraten mit Kartoffeln. La cucina regionale è di semplici pretese, ma ci si sfama. Nutrirsi dei prodotti delle terre che visitiamo, qualunque cosa esse offrano, significa farle diventare parte di noi. La Lager prodotta da un birrificio locale è comunque apprezzabile e rinfocola l’umore.
Fuori, l’aria è lucida. Tonalità grigio scuro su fondale blu stellato. Nella Marktplatz lampioni in ferro battuto creano giochi di luce in mezzo ai rami di un albero. Passi sprofondano quieti nel silenzio immobile dell’Altstadt. Mi perdo tra i segni del tempo e del cuore, che appaiono e scompaiono sopra gradini di pietra.