Derelìtto
Dal latino derelictus, participio passato di derelinquere ‘abbandonare’.
Aggettivo.
(antico) Abbandonato: l’Evangelio e i dottor magni Son derelitti (Dante).
Riferito a persona, rimasta o lasciata sola, priva di appoggi familiari o sociali, e per lo più anche priva di mezzi di sostentamento, nell’indigenza: un uomo con molti problemi, derelitto da tutti; tra queste due [Lucia e la mercantessa, nel lazzaretto], afflitte, derelitte, sbigottite, sole in tanta moltitudine, era presto nata un’intrinsichezza (Manzoni); quei poveretti, che erano rimasti soli e derelitti anch’essi (Verga).
Anche sostantivo maschile: ospizio per i derelitti; qualcuno dovrà pur provvedere a quella derelitta.
Una (parola) giapponese a Roma
Picker [‘piker]
Voce inglese, derivato di (to) pick ‘raccogliere, pulire’.
Sostantivo maschile invariabile.
Apparecchio adoperato nella lavorazione dei cappelli di feltro, formato da cilindri forniti di una fitta dentatura che, girando rapidamente, selezionano il pelo liberandolo dalle impurità.
La parola a Vizi Coloniali.
— A proposito del "cerchio magico" usato nel linguaggio politico, è singolare come ora il vocabolo più rilevante tra i due (cerchio) sia sparito nella locuzione "giglio magico" (ossia cerchio magico fiorentino). Un po’ come dall’originale "tangentopoli" si è poi passati ai vari "affittopoli", "sanitopoli", "calciopoli" ecc. che etimologicamente strappano più di un sorriso. —
I Buddenbrook, famiglia tedesca protagonista di un libro di Thomas Mann, si pronuncia [‘buddenbrook]. Facile, vero?