Benedetta Tintillini e Francesco Baiano
Benedetta Tintillini
Vengo accolta nel negozio – laboratorio – museo “Antica Fornace” di Deruta, e subito il capostipite, Francesco Baiano, mi accompagna, con cortesia ed entusiasmo, nella visita alla sua collezione di ceramiche, stupefacente compendio della produzione Derutese dal 1400 ad oggi.
Un viaggio attraverso gli oggetti, dai vasi da farmacia, alcuni dei quali, molto curiosi, che oltre al cartiglio recante la scritta del contenuto, presentano anche illustrazioni sull’uso del medicamento, alla collezione di 200 piatti, tutti diversi l’uno dall’altro, attraverso quali ogni autore ha espresso il suo genio e la sua maestria.
Vedo esempi particolarissimi dove la ceramica è riuscita ad imitare il peltro, l’argento, o completamente coperti di oro zecchino. Altri con dei lustri particolari, il cui maestro assoluto era Alpinolo Magnini, che usava bruciare le ginestre per ottenere un particolare risultato cangiante, e della cui ricetta il signor Francesco è in possesso.
Oggetti particolari ed insospettati come i piatti da parete con il doppio fondo per contenere il liquore, o la produzione di De Rigu, artista di Città di Castello, che realizzò oggetti di uso comune come oliere e quant’altro a forma di ingranaggio meccanico, mi colpiscono e stupiscono al tempo stesso.
Vi sono dei pezzi con riproduzioni dei mosaici ravennati, la cui differenza da quelli realizzati oggi, mi dice Francesco, sta nel fatto che le incisioni erano fatte totalmente a mano e non con stampi.
Oltre alla fantasia e l’arte che ogni ceramista o decoratore apporta, anche le tecniche cambiano e si evolvono nel corso della storia.
L’Antica Fornace è uno scrigno inaspettato di tesori … di arte, di passione, di dedizione e di vita… incrocio delle tante vite e delle tante storie legate a questi capolavori, che la famiglia Baiano, con passione ed orgoglio custodisce, per tutti coloro che vogliono lasciarsi affascinare.
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