“Desert Wizards” è il primo album dell’ omonimo gruppo distribuito dalla Black Widow Records. Per una volta parto dall’artwork e dalle immagini di copertina, elementi primari nell’era del vinile, e tutt’oggi fondamentali per comprendere dettagli importanti. Nel caso specifico penso sia bene fornire alla band alcune informazioni importanti, e attribuire, anche a loro, il merito di aver “scatenato” sentimenti positivi che hanno dato origine a storie, suoni e molto di più. Tutto questo non si può scindere dalla musica, perché un musicista è un artista e spesso è in grado di esprimersi non solo attraverso liriche e suoni. La prima volta che ho visto “Anna calata in una picture misteriosa” è stato nel negozio della BWR. La fotografia, come segnalato nell’intervista, era di Pino Pintabona e successivamente è diventata la copertina dell’ultimo album dei Wicked Minds. Anche io mi sono “innamorato” della figura di Anna- ma non ne conosco il viso- e in pochi minuti ho scritto una storia che l’immagine globale mi suggeriva. Da quel giorno di febbraio altre immagini si sono unite a storie, racconti e musiche originali, e grazie a quella fotografia è nata un’opera unica per iter compositivo, che attraverso l’effetto domino è diventata “adulta”. Non voglio uscire dal tema- anche se un progetto benefico potrebbe giustificare la divagazione-ma sottolineare alcuni miei assiomi che applicherei al progetto “Desert Wizards”: -mai nulla accade per caso, soprattutto in ambito musicale. -il vero artista sa esprimersi al di là del proprio “settore” ed è capace di creare influenze nel prossimo, stimolandolo ad esprimersi anch’esso.
I Desert Wizards sono una bomba che esplode ad ogni ascolto e se tanto
mi da tanto, la fase live deve regalare grandi soddisfazioni agli amanti del
genere.
Testi in lingua inglese e rock a tratti duro, che si perde in
atmosfere sognanti.
Nove i brani dell’album, per questo quintetto che presenta una figura
femminile, non come tradizionale vocalist, ma come tastierista e inventrice di
armonie.
L’intervista a seguire permette di scoprire l’oggettività, il pensiero
del gruppo-che si esprime in toto-e qualche risvolto che nessun “commentatore”
potrebbe cogliere in solitudine.
E
seguiamo il consiglio riportato nella biografia a fine post…“…ascoltatelo al buio, accendete
una candela, bevete una birra ed evaderete dal mondo…”.
L’INTERVISTA
Perchè
“Desert Wizards”… come è collegato il
nome della band alla sua filosofia musicale?
Mambo: Credo che il collegamento tra il nome
della band e la nostra musica sia abbastanza immediato gia’ dal primo ascolto
dell’ album. Diciamo che e’ stato lui a trovare noi. Nel momento in cui,
dovendoci dare un nome, ci siamo seduti davanti a quattro birre per decidere,
ci ha preso per mano e ci ha catturati.Chi meglio puo’ esprimere atmosfere
sognanti e visioni psichedeliche se non degli sciamani nel deserto?
Quale importanza date ai testi? Sono necessarie le
liriche per … scuotere le menti?
Dallas: I testi
all’interno della nostra musica sono importanti se si intende conoscere quello
che cerchiamo di comunicare, oltre alla musica, anche con le parole. Non direi
che siamo un gruppo musicale con l’intento di scuotere le menti, benvenga chi
lo fa, ma quando scrivo i testi prendo altri spunti. I nostri testi spaziano
dall’alienzaione verso la societa’ moderna a temi piu’ fantasiosi, come viaggi
interstellari e fughe dalla realta’, misticismo e inconscio.
Cosa
rappresenta per voi una performance live?
Gito: Il live è
l'aspetto fondamentale per qualsiasi band, senza il quale non avrebbe senso
tutto il lavoro che sta dietro, cioè la stesura dei pezzi le registrazioni ecc.
Purtroppo le occasioni sono poche e spesso mal gestite, ma questo è un problema
che riguarda la maggior parte delle band e dei nostri colleghi, che come noi
vogliono esprimere le loro emozioni scrivendo pezzi propri. Certo per chi come
me vive questo ambiente da diversi anni può risultare frustrante, ma la voglia
di andare avanti e migliorarsi sconfigge la demoralizzazione per la situazione
live italiana, che non me ne vogliano i colleghi coveristi, continua a dare
spazio esclusivamente a cover/tribute band, almeno che tu non riesca a
catturare il mainstream, e per il nostro genere è assai improbabile.
L’Art
Work del vostro CD è molto curato nelle immagini, e una foto in cui è presente
Anna è già stata al centro di un paio di progetti. Che cosa pensate dell’unione
di differenti forme di espressione, che superino il concetto musica/testo?
Mambo: In fondo
siamo artisti, e come tali non possiamo che apprezzare l’arte in ogni sua forma.
Confesso che non e’ stato semplice arrivare alla versione definitiva
dell’artwork, in questo la Black Widow e’ giustamente esigente, ma le nostre
idee sono piaciute e lo spot era a due passi da casa, cosi’ grazie all’aiuto di
Pino Pintabona della Black Widow, un angelo sperduto in una landa desolata, e’ diventata
una vera opera d’arte.
Resto su
Anna. Il ruolo femminile nell’ ambito della musica di impegno è frequente nel ruolo di vocalist, ma non in
quello di tastierista, e anche nei modelli del passato si fa fatica a trovare
figure significative. Ma qualcosa mi pare stia cambiando. Mi incuriosisce
sapere il rapporto esistente all’interno del gruppo, in fase di composizione e
realizzazione delle idee.
Mambo: Spesso la
creazione di un brano deriva da un riff o una melodia che gia’ dai primi passi
ci echeggia il suo futuro percorso, a volte oscuro e intrigante, in altri
momenti piu’ potente e incalzante a seconda di cosa vogliamo trasmettere. Io e
Gito curiamo di piu’ la composizione musicale, Dallas scrive la maggior parte
dei testi e Anna mette insieme tutto con le sue splendide armonie e
l’intrigante voce.
Che tipo
di percorso personale, musicale, avete fatto prima di arrivare a “Desert
Wizards”?
Mambo: Dallas ha
praticamente iniziato a suonare in una band fondando il gruppo, io venivo da
un’unica esperienza come chitarrista al liceo con alcuni amici, mentre Gito ha
suonato in diverse formazioni di diversi generi rock e sempre da chitarrista,
predilendo anche lui la composizione personale. Anna invece ha una formazione
piu’ classica, avendo studiato pianoforte al conservatorio, ma ha anche suonato
come tastierista in una band rock acustica sperimentale per qualche anno.
Cosa
significa per voi lavorare con la Black Widow Records?
Anna: E’ davvero
entusiasmante lavorare insieme ad una grande etichetta come la Black Widow; ci
ha dato l’opportunita’ di rendere visibili i nostri progetti non solo a livello
nazionale ma in tutto il mondo. E’ bello ricevere complimenti per la nostra
musica dall’ Australia alle Americhe e leggere recensioni sui principali
magazine rock che abbiamo sempre comprato in edicola.
Quali
sono le differenze fondamentali tra la
vostra musica, espressa nel primo demo, e quella attuale?
Gito: Bella
domanda, il primo demo è stato registrato con mezzi di fortuna ed è stato il
primo capitolo della nostra storia; forse c'era un pò più di stoner che lungo
il cammino abbiamo perso dirigendoci verso la psichedelia e strizzando l'occhio
al prog. Il secondo è stato registrato meglio e rappresenta maggiormente il
nostro marchio di fabbrica; ai tempi non pensavamo ad un'etichetta ed appena
entrammo in contatto con la Black Widow il mio pensiero fu: " cazzo
adesso dobbiamo rifare tutto da capo ! ", ed invece con qualche
aggiustatina il prodotto fu buono per la distribuzione. Ora siamo alle prese
con il nostro nuovo lavoro e ne siamo tutti entusiasti. Sarà molto più curato
sia a livello compositivo che nelle modalità di registrazione e dove andrà a
parare … chi lo sa dove? Sicuramente avrà lo stampo Desert Wizards e
rappresenterà il nuovo capitolo del nostro percorso musicale.
Esiste
una band, un musicista, che rappresenta
un po’ la vostra musa da seguire?
Dallas: Piu’ che un singolo musicista o una
band ci sentiamo ispirati dalla musica che abbiamo ascoltato e ascoltiamo
tuttora. Se posso citare alcune band a cui ci sentiamo particolarmente
legati direi sicuramente i primi Pink Floyd, Hawkwind, Blue Cheer, Black
Sabbath, Doors, mentre nel panorama attuale includerei band come Crippled
Black Phoenix, Pontiak e Black Angels. La musica che proponiamo ha le sue
radici nell’hard rock psichedelico settantiano per cui quella scena musicale di
quel periodo e’ per noi una fonte di ispirazione.
Provate
ad aprire il libro dei sogni e a disegnare la vostra strada musicale che vi
conduce sino al 2015.
Mambo: Il sogno
piu’ immediato e’ far uscire il nuovo album entro il 2012, e che abbia ancora
piu’ successo del precedente. Poi una miriade di live, cosa che nella nostra
zona e’ molto difficile si realizzi, ma che puo’ essere un’opportunita’ per
esprimere la nostra musica in altre regioni d’Italia e magari d’Europa; quindi
la nostra consacrazione nel mondo del nuovo rock settantiano e la possibilita’
di suonare insieme ai nostri miti musicali Poi nuovi album, hit in classifica,
ma… siamo gia nel 2015! Il mondo non
doveva finire prima?
I Desert
Wizard si formano a Marzo del 2007 con l’incontro di quattro amici
musicisti che, uniti dal profondo interesse per l’hard rock anni 70 e la musica
psychedelica, decidono di dare vita a un gruppo che musicalmente unisca
elementi heavy e psychedelici. Da questo momento il quartetto formato da Mambo,
Gito, Dallas e Anna inizia lunghe e impegnative sessioni di prove durante la
torrida estate. Dopo alcuni mesi di lavoro estenuante arriva il momento dei
risultati del loro impegno con l’incisione di un demo, finito di registrare nel
Gennaio del 2008. Il demo è composto da 5 pezzi di hard rock psichedelico allo
stato puro. A un anno dal demo, dopo diversi concerti decidono di tornare in studio
per la registrazione di nuovi materiali e il risultato è il primo album dei
DESERT WIZARDS. Le sonorità sono heavy, oniriche, evasive evocative e
riflessive….ascoltatelo al buio, accendete una candela, bevete una birra ed
evaderete dal mondo.
Track List:
1) APOCALIPSE BEGINS
2) BURN WITH ME
3) FUNERAL SMOKE
4) THE LISERGIC SHOW
5) SERIAL KILLER
6) PULSAR
7) WOMAN IN WHITE
8) WAITING FOR THE SUN
9) LAST CALL TO SATURN
The WIZARDS
are:
MAMBO: Vox, Bass, Rythm Guitar
GITO: Led Guitar, Rythm guitar, Acoustic Guitar, Synt
ANNA: Organ, Piano, synth, Vox, Back Vox
DALLAS:
Drums