E' un periodo che studio la realtà come se la inquadrassi, ho bisogno di immortalare volti, ho bisogno di manipolare della gente, purché diventi immagine.
Ho bisogno di stare davanti a una platea e dietro a uno schermo dove si proietta il mio film.
Forse questo parcellizzare è un modo per non osservare la realtà tutta intera, un modo per farsi incantare dai feticci dell'immaginazione o rendersi conto che ogni cosa è ciò-che-è, solo il nostro sguardo ha sempre lo stesso potere trasfigurante.
Se non ci fosse l'uomo la realtà sarebbe ancora più brutta, e per fortuna, il cinema esiste grazie all'uomo.