ITALO CALVINO
“Le città invisibili”
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?- chiede Kublai Kan.
- Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.
In poche righe l’intero problema della progettualità, del modo con cui si creano cose nuove. Il ponte è un insieme di pietre, ma allo stesso tempo non è un insieme di pietre. Ciò che fa di un ponte un ponte è la stabilità, che deriva dall’organizzazione o dall’ordine con cui le pietre sono poste. In questo senso ha ragione Kublai Kan a chiedere che si parli dell’arco e non delle pietre. Ma allo stesso tempo l’arco è la forma, l’ordine, l’organizzazione che si possono imporre agli elementi materiali e si realizza solo in questi. Quindi ha anche ragione Marco Polo.
Questa distinzione è all’origine di ogni possibile innovazione. Innovare significa imporre agli elementi materiali, alle pietre, nuove forme e nuovi ordini. Per creare novità occorre un pensiero che tenga insieme la materia e la forma, la struttura fisica e le funzioni. Occorre sapere molto delle pietre ma anche saper ragionare in modo astratto, alla ricerca di tutti i possibili modi per realizzare l’ordine che rende stabile l’arco di pietre del ponte. Ciò resta vero sia nella innovazione tecnologica, che si occupa di oggetti materiali, sia in quella organizzativa, culturale, sociale.