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Design, Monti dice no all’Iva al 4 sugli arredi

Creato il 24 aprile 2012 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Iva al 4 sugli arredi, Monti dice no

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, aveva proposto di abbassare al 4% l’Iva sull’acquisto di mobili e arredi a muro (bagni, cucine e armadiature) per le prime case, ma Monti ha detto subito no.

Domenica, a Milano, si è conclusa l’edizione numero 51 del Salone internazionale del mobile.
A sorpresa è arrivato anche il Presidente del Consiglio, Mario Monti. Certamente, la sua visita sottolinea l’importanza che il settore dei mobili e dell’arredamento riveste in Italia.

Tra l’altro, il Salone del mobile quest’anno ha probabilmente superato ogni aspettativa per quanto riguarda il numero di visitatori.
C’è un però. L’arrivo di Monti ha subito frenato le speranze di chi pensava che potesse essere accolta la richiesta di ridurre al 4% l’Iva sugli arredi a muro (bagni, cucine e armadiature) per le prime case lanciata da Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo. Monti ha messo subito in chiaro le cose, approfittando della sua visita al salone: al momento non ci potranno essere misure che deroghino al rigore. Il settore ha strappato un promessa al presidente del Consiglio, un “Ci penserò”. È sufficiente?

La proposta era stata accolta positivamente da Angelino Alfano, Segretario del Pdl.

Una proposta alternativa: la rottamazione
Navigando sul web, abbiamo trovato un interessante intervista che IlSussidiario.net ha realizzato con il professor Paolo Preti, Direttore del Master Piccole imprese della Sda Bocconi. Il professor Preti sostiene che la richiesta di abbassamento al 4% dell’Iva è giustificata perché il settore è in un momento di difficoltà, anche se sta reagendo bene. Con l’edilizia ferma,  le imprese di arredamento hanno avuto una forte flessione degli ordini. Monti ha detto no alla proposta perché non può uscire dalla logica di una politica di rigore imposta a diversi settori.
Paolo Preti pensa a un’altra possibilità e lancia una proposta: gli incentivi temporanei, legati allo stesso concetto della rottamazione utilizzato con le automobili. Si potrebbe quindi riproporre (era già stata avanzata la proposta, in passato) la rottamazione dei mobili con un incentivo del 20%, che sarebbe praticamente pari all’Iva e di fatto non avrebbe un grande costo per lo Stato.

Leggi l’intervista completa su www.ilsussidiario.net.


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