Ho letto il romanzo in ungherese, un libro dalle pagine ingiallite e staccate dalla colla della rilegatura, edizione 1988, prestatomi da un'amica di mia madre. Quanto è bello leggere un libro "vissuto" che sembra avere una storia essa stessa come quella che racconta...
Jean Simmons come Désirée
La storia di Désirée, già di per sé affascinante, mi ha incuriosito ancora di più sapendo che in parte si svolge in Svezia. Ero curiosa come una donna francese, cresciuta a Marsiglia e poi vissuta a Parigi, vivesse un trasferimento in Svezia all'inizio dell'Ottocento, trovandosi involontariamente coinvolta negli eventi storici della sua epoca.Bernadotte fu eletto Principe Ereditario di Svezia nel 1810 proprio a Örebro. Lui si trasferì subito, e dopo qualche mese lo raggiunsero anche la moglie e il figlio (il piccolo Oscar che all'epoca aveva 12 anni). La verità è che Desirée dopo il primo inverno scappò via dalla Svezia e tornò a vivere a Parigi, senza il figlio che invece rimase col padre. Désirée fece ritorno a Stoccolma soltanto dodici anni dopo, già come regina di Svezia (Carlo XIII, ultimo re della casata Holstein-Gottorp, morì nel 1818). Secondo il libro i motivi della sua assenza erano due: da un lato non si trovava bene con i genitori adottivi di suo marito, l'anziana coppia reale svedese, e dall'altro lato si sentiva più utile a Parigi dove poteva offrire rifugio a sua sorella (moglie di un fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte) e ad altri membri della famiglia Bonaparte dopo la caduta di Napoleone, dato che la sua casa parigina in Rue d'Anjou divenne sede del sovrano svedese in Francia. Sulla pagina dedicata a Désirée su Wikipedia (nella versione inglese) racconta più in dettaglio come mai lei non si trovò mai a suo agio alla corte svedese.
E ho scoperto quasi per caso, curiosando su internet, che la sorella in questione, Julie Clary Bonaparte, è morta a Firenze ed è sepolta alla Basilica di Santa Croce, nella cappella adiacente alle cappelle affrescate da Giotto! E' impressionante ed affascinante come noi europei siamo legati con milioni di fili l'uno all'altro. E oggi questo è vero più che mai. Se all'epoca di Désirée la mobilità e gli scambi si limitarono alla nobiltà e all'alta borghesia (che però determinarono il corso della storia), oggi non sono più un privilegio di pochi. Insomma, dopo aver letto Désirée, ero tentata di intitolare questo post "Sentirsi europei"...
Avrei voluto riportare qualche citazione dal libro, ma mi ero scordata di segnare le frasi che meritavano essere citate, e ora non le ritrovo più...
[L'ultima edizione italiana del libro è dell'editore Neri Pozza, del 2009.]