Detector portatile per controllare il pesce nei ristoranti di lusso

Da Nippolandia

Sushi

Dopo il disastro nucleare di Fukushima, molti ristoranti di lusso hanno iniziato ad utilizzare un “detector” del pesce per controllare che il cibo servito non sia stato contaminato dalle radiazioni. La psicosi è scoppiata negli Stati Uniti, dove gli chef hanno cominciato a controllare il sushi per paura di servire pesce contaminato. Il primo ristorante ad introdurre i controlli è stato Le Bernardin, tre stelle Michelin sulla 51° Strada vicino alla Settima Avenue a New York, considerato un “tempio del pesce fresco”. Lo chef Eric Ripert, subito dopo il disastro nucleare giapponese, ha prima sospeso l’acquisto di hamachi e kampachi (pesci importati da Tokyo) e ha poi acquistato un “detector” portatile di radiazioni atomiche per controllare il pesce che serve ai clienti. Perché? “Nessuno sa fin dove possono arrivare le acque contaminate“: questa è stata la spiegazione di Ripert. Il suo esempio è stato seguito anche da Scott Rosenberg, proprietario del ristorante di sushi Yasuda. La situazione non è molto diversa nella West Coast, la costa più a contatto con le correnti del Pacifico che arrivano dal Giappone. A Berkeley, Lee Nakamura del Tokyo Fish Market ha dichiarato che almeno un cliente su cinque chiede rassicurazioni sul rischio radioattivo. In California, Will Daniels, responsabile sanitario dell’azienda agricola Earthbound Farm, ha ordinato il detector nucleare per controllare il terreno e le verdure prodotte. (Fonte: Repubblica.it)


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