E ora, dove troviamo la copertura per prorogare la detrazione del 55%? Sembra questo l’interrogativo che ronza nella testa del Ministro dello Sviluppo economico e del Ministero tutto. Una delle idee è sospendere dalla detrazione gli interventi che godono già di altre forme di incentivi: le pompe di calore (insieme a solare e biomasse) potrebbero beneficiare, se la proposta ricevesse l’ok, solo del Conto Termico.
Ma c’è una differenza tra biomasse, solare termico e pompe di calore: gli incentivi per i primi si avvicinano a circa 40% dell’investimento, mentre per le pompe di calore l’incentivo non sembra significativo.
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Co.Aer, Associazione Costruttori apparecchiature e impianti per la climatizzazione e pompe di calore, federata ad ANIMA, dichiara: “Non abbiamo alcuna garanzia che il conto energia termico possa supportare il manifatturiero italiano delle pompe di calore – dichiara Bruno Bellò, Presidente Co.Aer – Rischiamo un effetto esodati anche per le nostre tecnologie più efficienti e innovative. Le motivazioni principali sono la scarsa remunerabilità, la non operatività a oggi e la mancanza di una tariffa elettrica del conto energia termico. Al momento lo strumento esiste ma non è applicabile né preventivabili i benefici per chi installa tali tecnologie. La richiesta esplicita degli imprenditori è che i due sistemi di incentivazione coesistano almeno fino a quando non sarà attivo ed efficiente il conto energia termico perciò almeno fino al 31 dicembre 2013″.
Osserva l’Aicarr (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscardamento e Refrigerazione) gli incentivi per le pompe di calore sono molto bassi, difficilmente superiori a un 10-20% del costo sostenuto dall’utente finale. In particolare sono molto penalizzate sia le utenze residenziali autonome, con potenze installate intorno a 5-7 kWt (in questo caso caso gli incentivi annuali sono dell’ordine di qualche centinaio di euro e in alcuni casi sono inferiori al costo della documentazione richiesta), sia soprattutto le utenze con potenze installate intorno a 40-100 kWt (gli incentivi sono spesso irrisori rispetto al costo dell’impianto).