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Detrazioni sui libri, ovvero sogni che non si avverano mai
Creato il 06 febbraio 2014 da LalettricerampanteDue giorni fa sui giornali ha iniziato a rimbalzare la notizia (io l'ho letta sul Sole 24 ore e poi è stata rilanciata da Affari Italiani, La Stampa e oggi anche da Repubblica) di una modifica al tanto pubblicizzato decreto legge sulle detrazioni del 19% sui libri che avrebbe interessato testi scolastici e testi narrativi.Un condizionale d'obbligo, visto che ora è stato completamente stravolto.
Da quello che sono riuscita a capire dagli articoli letti finora, un deputato del PD ha presentato un emendamento in cui sostanzialmente le "persone fisiche e giuridiche" (quindi: TUTTI) che avrebbero potuto godere delle detrazioni sono state sostituite dagli "esercizi commerciali che effettuano la vendita al dettaglio". Quindi il decreto non riguarda più i lettori ma i librai, che potranno richiedere allo stato la restituzione del 19% dall'acquisto di una tipologia precisa di libri. Quelli scolastici. Gli studenti delle scuole superiori riceveranno quindi dei buoni sconto numerati e timbrati (da chi, non è ben chiaro), si recheranno nelle librerie che aderiscono all'iniziativa e acquisteranno i testi scolastici scontati. Questi sconti applicati verranno poi restituiti alle librerie dallo stato.Il motivo di tale cambiamento è facilmente immaginabile. Non c'erano soldi sufficienti a coprire la spesa del decreto legge originario e quindi si è cercato di correggere il tiro. Con un risultato, francamente, imbarazzante. Un po' perché non tutte le librerie trattano la scolastica (che è più spesso venduta in cartoleria o nei supermercati, dove già c'è comunque un certo sconto) e quindi si rivolge solo ed esclusivamente a certe tipologie, un po' perché anche chi la tratta o decidesse di trattarla per usufruire dello sconto non sa effettivamente quando e se questi soldi verranno restituiti. Ed è imbarazzante soprattutto per la pessima immagine che, ancora una volta, ne viene fuori. Perché pubblicizzare tanto un decreto legge, che, nonostante qualche limite, era sicuramente innovativo, senza prima fare dei conti concreti e affidabili sulla disponibilità economica?
La narrativa quindi sparisce completamente. E di conseguenza l'intento originario della proposta di legge, ovvero quello di favorire la lettura, ad ogni livello. Che poi magari non avrebbe portato nuovi lettori (che se non sono abituato a leggere, non credo che le detrazioni possano essere chissà quale incentivo), ma avrebbe dato una mano, o anche solo un dito, a quelli che lettori lo sono già. Un segnale almeno, sul fatto che la cultura e la lettura in Italia non fossero lasciati tristemente al loro destino.
Non sto dicendo che non ci vada un aiuto per l'acquisto di testi scolastici, anzi! Mi ricordo quanto spendevamo ogni anno in casa, vista anche la scarsa differenza d'età tra me e mio fratello e l'indirizzi di studi diversi. E' sicuramente un costo importante per le famiglie che andrebbe in qualche modo ridimensionato.
Dico però che dovrebbero essere due cose separate. Che sì, ci vanno aiuti per studiare (e ci mancherebbe altro!), ma ci vanno anche aiuti per mantenere questo livello dopo. E, checchè se ne posa dire, la cultura si forma e si mantiene anche leggendo.
Sono incavolata, vi dicevo, ma sono anche delusa. Perché ci avevo sperato tanto, in una legge così. Ci penso da sempre, da quando sono diventata un'accanita lettrice. "Certo che sarebbe proprio bello se i libri fossero detraibili". Ma mi va anche bene che non lo siano, certo. Non sarà questo a fermarmi (come non mi fermava prima). Rimane però il fatto che è stato detto, è stato pubblicizzato, ho chiesto alle librerie cosa dovevo fare, ho aspettato a comprare qualche libro in attesa si capisse qualcosa in più (tanto la pila dei da leggere è sempre lunghissima). Tutto questo, stando almeno alle notizie di questi giorni, che magari cambiano ancora, assolutamente per nulla.
Uffa.
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