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Imperscrutabile come lo sguardo cada su un dettaglio distraendoci dal progetto generale. Le ragazze erano sedute ed aspettavano che arrivasse l'antipasto e in quel tempo morto hanno alzato tutte e cinque lo sguardo a fissarsi, come a ritrovarsi. Quella a capotavola, aveva esclamato qualcosa, se non fossi stata troppo distante per sentire, avrebbe potuto essere un appropriato «Eccoci qua». Una parlava più delle altre e quella accanto sottolineava le sue frasi sgranando gli occhi. Un'altra ancora, più timida, incrociava le gambe sotto al tavolo e teneva le braccia conserte strette al petto. Aspettavo M. e nel frattempo mi distraevo attraverso il vetro accanto. Due anziani a un tavolo fuori dalla pizzeria erano agganciati per le braccia e s'imboccavano con affetto, ridevano divertiti ancora più delle ragazze. Avvertivo tutta l'innocenza di quella felicità. E mi ritrovai percorrendo i tornanti dei ricordi nel campo di spighe dove da piccola giocavo, su al paese di mia nonna. Star lì distesa a decifrar nuvole e pensieri. Mi venne voglia di andare ad Ostia, ho promesso ad un mio amico che non avrei mancato di visitare le terme antiche del re Mitra. Stesa sulla sabbia guarderò l'orizzonte che ha visto transatlantici inaffondabili, zattere di naufraghi fatalisti, e progetterò il mio grande piano di fuga.