A Vlao i tedeschi non sono mai andati troppo a genio, con quella lingua che sa proprio di nazista… non è che li digerisce troppo.
Vlao insulta Claudia Schiffer ogni volta che dice “è tedesca” e per uscire dal parcheggio multipiano si affida alla tecnologia teutonica che, con un solo pulsante, le permette di discendere con la sua Mokka una rampa che si potrebbe fare comodamente a folle con un triciclo.
Pensateci bene, le pubblicità del made in deutschland sono tra le più odiose… pensate agli slogan crauti… das auto… wir leben autos… oppure il massimo “supremazia tecnologica tedesca”… secondo voi con questo motto Vlao comprerà mai pneumatici Continental? Ma cento volte meglio le Fulda! Azz.. son tedesche pure queste!
I germanici non sono i campioni della simpatia… vogliamo parlare della Merkel, di Lham-Kedira-Hummels-Boateng? Vi ricordate di Scucchia, porello, che vinceva i mondiali con la Ferrari e dopo 10 anni che stava nella penisola non si degnava di dire due parole in italiano al di fuori di ciao e arrivederci.
Ecco, queste erano tutte le premesse con cui Vlao si approcciava guardingo alla Germania per la sua gita a Berlino.
Palazzo del Reichstag – Cupola
Dopo il Deutschland weekend invece… torna più confuso. Il suo ideale non viene confermato e rafforzato dalla visita, anzi risulta messo in crisi.
Non si aspettava un’accoglienza quasi calda, ne di avere un’impressione positiva della gente tedesca che si discosta dall’immaginario pregresso.
Vlao non l’avrebbe mai detto, ma esistono addirittura tedeschi simpatici tipo il venditore di magliette che tramuta la vecchia foto della Trabant del padre in una t-shirt di “design”.
E Berlino non è come quella che si vede nei film, sotto bombardamento, con fili spinati e ronde ovunque, ma una città moderna che mantenendo le basi su un passato doloroso si è saputa rigenerare.
A Berlino si unisce il passato e il futuro… con un buco in mezzo…
Il palazzo del Reichstag è l’emblema del connubio tra il vecchio e il nuovo con la sua cupola di vetro e acciaio costruita sull’edificio della fine dell’800. Postdam platz sembra una scenografia di un film di fantascienza con quel cannone laser puntato al centro. Poi c’è il muro che, nel venticiquennale dal suo abbattimento, è in parte ancora li a fare da testimonianza con i suoi murales.
C’è poi molto altro… la porta di Brandeburgo con sopra la quadriglia, l’antenna della tv che spunta e si infilza nella nebbia, il memoriale agli ebrei assassinati a non far dimenticare il buco.
C’è pure la porta di Ishtar, l’altare di Pergamo sapientemente rubati e ricostruiti dentro al Pergamommuseum… ma con questi a Vlao i tedeschi ritornano ad essere antipatici… e allora niente… come non detto…