Dovevano essere cinque giorni di mare, sole e relax. Invece c’era anche quel figlio di buona donna di Edo (ne è consapevole anche la mamma) ed è stato tutto il contrario.
Mare: tanto, bello, limpido, azzurro, da respirare a pieni polmoni.
Sole: abbastanza, bello, giallo, caldo il giusto anche se un po’ di più l’avremmo gradito, ma non ci possiamo lamentare.
Relax: cos’è??? Gli unici momenti di relax erano dalle nove e mezza di sera quando la iena si addormentava, peccato che noi non eravamo da meno e già alle 10 si crollava semisvenuti in stato comatoso. Anche perché alle 6 puntuale come il gallo che già rompeva alle 5, arrivava nel lettone. Posso venire di là? Sì, ma cerca di sbagliare camera.
Non sappiamo cosa gli abbia preso, se la novità della casa al mare (tenuto conto che si trova solo a 1200 km non la frequentiamo abitualmente) oppure l’aria di mare o gli zuccheri della granita mattutina o magari semplicemente perché è così, ma io e la mamma siamo tornati da questa mini-vacanza distrutti, a scalare l’Etna avremmo fatto meno fatica.
Solo per citare qualche episodio: la prima mattina trascorsa in spiaggia mi ha colpito con un sasso, fortuna vuole che avessi gli occhiali da sole, altrimenti addio occhio destro.
Insieme al cuginetto Alberto (pari età) hanno distrutto un ristorante, nel conto c’erano segnati danni morali per urla, pianti e schiamazzi vari.
I due voli aerei sono stati allucinanti: metti la cintura, no la cintura no perché sono grande, mettiti sta cavolo di cintura altrimenti non arrivi ai quattro anni, smetti di prendere a calci il sedile davanti, non svegliare la signora dietro, non chiamare in continuazione la simpatica vecchietta “la nonna”.
A Taormina, dopo appena 50 metri di corso, sono stanco. Cosa???? Non sei stanco, sei solo paraculo (vedi Mamma C, ritorni sempre), dai vieni in braccio.
Morale: oggi sono in ufficio e mi sto riposando!
Da leggere ascoltando “Senza fiato” (il nostro) cantata dai Negramaro e Dolores O’Riordan