DEVICE X – OVVERO L’INTERVENTO DELL’X (WO)MAN
È davvero sorprendente e avvincente come un racconto di fantascienza il lavoro che Benedetta Piantella, una giovane italiana che lavora a N.Y. sta realizzando nel suo GROUND Lab by IBM.
Device X è un dispositivo elettronico resistente, non sembra di valore, non assomiglia a un cellulare, parla lingue diverse, consuma poco, è portatile e ricaricabile, semplice da usare e si può connettere col mondo esterno.
L’esigenza di creare uno strumento di questo genere, sostenuta da UNICEF , nasce dalla necessità di fornire ai Paesi meno sviluppati del pianeta informazioni di base oggettive e certe ad operatori sanitari non qualificati.
Nelle zone più depresse dell’Africa infatti anche negli ospedali dichiarati più efficienti manca la presenza costante di UN medico. Spesso sono gli infermieri o i volontari a visitare centinaia di pazienti formulando diagnosi evidentemente ad altissimo rischio di errore.
L’intervista a Piantella pubblicato su SMARTERCITY sembra davvero disegnare uno scenario che nutre l’ottimismo; giovani ricercatori animati dalla passione del fare e sostenuti da valori di spessore considerevole sul fronte della solidarietà globale.
Tornano alla mente le scelte di uomini che sono stati giganti, come A. B. Sabin che creò il vaccino contro la poliomielite rinunciando a brevettarlo per consentirne la diffusione anche fra i poveri senza speculazioni economiche, ed il cui insegnamento si spera abbia lasciato una forte impronta cui ispirarsi.
L’applicazione delle scienze e dell’informatica nella diffusione della conoscenza potrebbe evidentemente rappresentare il giro di boa per un approccio serio allo sviluppo delle zone più depresse.
È infatti ormai assodato che la PIETAS delle ONLUS occidentali, pur necessaria e insostituibile per alleviare le difficoltà dell’immediato, nel lungo periodo fallisce le sue intenzioni se non sostenuta da progetti economici e finanziari forti che prevedano la strutturazione di società autonome nel sostentamento e nell’autodeterminazione.
Utilissimo perciò accogliere le novità che, contestualmente ai preziosi aiuti di breve e lungo periodo, permettano un lento ma inarrestabile processo di emancipazione dal sostegno esterno e tenendo sempre presente che senza l’impegno responsabile e solidale delle comunità nazionali e internazionali non c’è soluzione tecnologica che possa trionfare.