Devo farmi per forza uno sciampo

Da Giosafat @giosafat

Serata invernale. Fuori dalla finestra tira un po’ di vento, le luci di natale malinconiche illuminano a intermittenza i balconi e il cortile. In TV Benigni. Su facebook gente che lo esalta, gente che lo affossa. Sbuff!

Non c’è via di scampo, devo farmi per forza uno sciampo.
Lo sciampo. Un momento di puro piacere.

Luce soffusa, non quella centrale, ma quella piccola sopra il lavandino. Scroscio iniziale. L’acqua calda, caldissima, quasi ustionante scende dal capo pizzica e solletica la nuca. Un brivido lungo la schiena. La consistenza gellosa e fredda del prodotto. Altro piccolo brivido. La fragranza pian piano si spande per il bagno portata con sé dal vapore, si deposita sullo specchio e sulle mattonelle vicine dapprima, poi ricopre ogni cosa fredda incontri. E inizi a massaggiare, delicatamente, vigorosamente, delicatamente. Una carezza fatta a te stesso, bella, affettuosa. Sciacqui via la schiuma calda e soffice, rimane morbidezza e profumo. Chiudi il rubinetto dell’acqua, posi il doccino.
I capelli sono traditori, si raffreddano in un lampo, specie quando sono molto bagnati. Non ti lasciano il tempo di distrarti un attimo, grondano d’acqua pulita, una goccia scende giù lentamente, la pelle d’oca dal braccio sale fin sulla spalla. Ma l’asciugamano è lì, ti aspetta paziente sul termosifone. Lo prendi velocemente e un po’ distrattamente che lui ti avvolge subito col suo dolce tepore. Terzo brivido. Un nuovo massaggio, diverso dal precedente, non meno bello.
Il meglio deve ancora arrivare. Una piccola farfalla nello stomaco, un’altra sotto le scapole tenta di salir su con difficoltà. Stordito apri il cassetto e tiri fuori il fon. Svolgi accuratamente il cavo, lo accendi. Il suono è emesso a una frequenza caratteristica, rilassante, rassicurante, per forza deve essere una vibrazione magica. L’aria calda, il massaggio meraviglioso del diffusore sulla cute, le dita si insinuano tra i capelli setosi, il cuoio capelluto esulta. L’ultimo brivido, il più intenso. È così che si doveva stare nell’utero materno. Un rumore diffuso ti rassicura di non essere solo, il dolce calore avvolgente, fremiti lungo la schiena.

Pigiama, camomilla, coperta…


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