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Devo
smettere di essere sempre la vacanza di qualcuno. Il meccanico dei
dubbi altrui, il consolatore ultimo, il mago col cilindro e la
bacchetta. Il frigo pieno, il divano comodo, il piatto che sazia e il
bicchiere che dà la sbornia.
E
tu non fai eccezione.
Ladra,
egocentrica, preoccupata di piacere a chi ti piace. Fragile come le
spiegazioni a posteriori che ti dài. Che mi dài. Inconsapevole di
quanto riesca a leggerti dentro. Coraggiosa ma mai fino in fondo.
Incapace di sostenere la fiducia così a lungo sudata. Sinonimo e
contrario di te stessa.
Tu,
dimmi: che ne sai di me? Dei miei corridoi, delle mie finestre, del
mio sedermi in balcone. Mentre la pioggia sgrammatica questo finale
d'estate e miagola anatemi da sotto le auto posteggiate. Del
garbuglio di frasi che fumo via, a occhi chiusi, che ne sai?
Dicevo:
devo smettere di essere sempre la vacanza di qualcuno.
E
devo smettere di essere la tua ultima spiaggia (ché poi so bene dove
piazzeresti l'ombrellone).
Lasciami
morire lontano da te, su.
E
fottitene di ciò che penso sul tuo conto.
Se
fossi una strada saresti l'altra.
Se
fossi una promessa saresti una bugia.
Se
fossi una bugia ti crederei.
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