Dexter Morgan: la Necessità di Affrontare Nuove Responsabilità

Creato il 11 marzo 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Loredana Aiello11 marzo 2013

L’avevamo lasciato all’altare, adesso, al quarto capitolo della saga, ritroviamo Dexter Morgan a Parigi, novello sposo, in luna di miele con Rita. È del 2009 Dexter by Design di Jeff Lindsay, ma in Italia arriva in libreria nel 2011 con il titolo Dexter l’esteta (pubblicato da Mondadori e tradotto da Cristiana Astori). Il tema fondamentale su cui ruota il romanzo, come è facilmente intuibile dal titolo, è l’Arte. Naturalmente da Lindsay non ci si poteva aspettare una semplice visita in un museo… L’arte presa in considerazione nega i consueti strumenti e i tradizionali supporti, mettendo al centro dell’esperienza artistica il corpo umano. Nel capoluogo francese, un annoiato Dexter e una estatica Rita, trascorrono i giorni di vacanza frequentando ristoranti e teatri, facendo estenuanti gite turistiche con tappe nei luoghi topici parigini: la Torre Eiffel, l’Arco di Trionfo, il Sacré Coeur, la cattedrale di Notre-Dame, il Louvre. Proprio all’uscita del museo una ragazza dà loro un dépliant incitandoli a vedere la «vera arte». In una galleria d’arte assistono ad un’installazione intitolata La gamba di Jennifer, che ha per protagonista l’arto dell’autrice dell’opera e il processo di amputazione. L’inserimento di questo episodio sembra, rispetto alla trama vera e propria, semplicemente un elemento horror propedeutico al taglio “artistico” del romanzo.

Bisogna sottolineare che lo scrittore non ha dovuto lavorare molto di fantasia nel concepire una simile “Body Art”, perché nel dépliant informativo della galleria sono indicati come pionieri Chris Burden, Rudolf Schwarzkogler e David Nebreda, realmente esistiti, le cui “creazioni”, per chi volesse, sono facilmente reperibili sul web. Di ritorno a Miami, Dexter e la scientifica devono occuparsi di due corpi rinvenuti sulla spiaggia di South Beach, conciati “artisticamente” in modo da sembrare posizionati ad hoc per dei possibili spettatori. Ma c’è anche un’altra insidiosa questione di cui Dexter deve occuparsi: finalmente Lindsay si accorge che è arrivato il momento di far chiarire il suo protagonista con la sorellastra, l’ormai sergente Deborah Morgan, circa il suo “oscuro talento”, della qual cosa è venuta a conoscenza già nel primo romanzo, Dexter il vendicatore (titolo originale Darkly Dreaming Dexter). Deborah è molto combattuta sulla decisione da prendere. Prima di andare a visitare la casa di un possibile sospettato per gli omicidi spettacolari, i due parlano lungo il tragitto, ma la conversazione arriva ad un punto morto perché il problema, oltre ad essere di ordine morale, è anche deontologico.

Dopo la pesante battuta d’arresto in Dexter l’oscuro, Lindsay riesce a riportare il suo racconto ad un livello di credibilità superiore, utilizzando anche ottimi strumenti narrativi che, strategicamente posizionati, alzano il coinvolgimento emotivo del lettore. La quarta serie di Dexter segue linearmente la precedente: il protagonista (Michael C. Hall) è già sposato con Rita (Julie Benz), la quale era rimasta incinta prima ancora della fatidica proposta. La prima puntata, Una vita da sogno, andata in onda negli Stati Uniti nel settembre 2009 (firmata Showtime), è particolarmente divertente e pone da subito le linee guida dell’intera stagione televisiva. L’attività lavorativa, infervorata da un ennesimo caso, e la nuova vita da genitore – è appena nato il piccolo Harrison – mettono in seria difficoltà il “finora infallibile ematologo” dalla vita segreta. Una doppia sigla, dopo quella “perfetta” di routine, ripropone in versione satira la precedente: niente più colazioni tranquille, né viso fresco la mattina, ma t-shirt sporca di rigurgito e stringhe logore che cedono alla prima stretta…

Ma la mancanza di sonno e la stanchezza hanno anche altre – meno simpatiche – ripercussioni sulla vita di Dexter: uno screditante errore durante un’esposizione forense fa sì che un colpevole venga scagionato, improvvisi colpi di sonno mettono a rischio le segrete attività investigative e punitive del nostro giustiziere. Il dipartimento di Miami indaga su un caso di omicidio: una giovane donna trovata dissanguata in una vasca da bagno. Il caso, però, è particolarmente interessante perché molti anni prima, nella stessa casa, un’altra donna era stata uccisa con la stessa metodologia. Gli “omicidi della vasca da bagno” riportano in scena anche l’ex federale Frank Lundy (Keith Carradine), con una pista sull’assassino, soprannominato “Trinity Killer”: il serial killer più longevo e a piede libero su cui Lundy abbia mai indagato. La maggior parte della serie vede Dexter intento a riflettere su se stesso, sul ruolo che deve interpretare nel mondo: padre, lavoratore, killer, marito. Troppi ruoli, troppe responsabilità difficili da armonizzare.

La quarta serie è sicuramente la più bella (anche in riferimento alle successive), la più emozionante e avvincente: gli autori hanno davvero superato se stessi, compiendo anche scelte molto coraggiose, questa volta l’ultima puntata non riporta tutto al punto di partenza, non scioglie tutti i nodi. Le storyline che affiancano la trama principale, ovvero l’operato di Trinity – splendidamente interpretato da John Lithgow – sono appassionanti, divertenti e spesso vi si collegano in modo trasversale. Sembra proprio che “quattro” sia il numero fortunato di Dexter Morgan: sul versante Lindsay segna un netto miglioramento rispetto ai precedenti, sul versante Showtime si assiste al coronamento di un prodotto sinora perfetto.


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