Capita a tutti nella vita di scoprire che le cose belle non durano per sempre.
Alle volte si formano compagnie o gruppi di amici che sembrano inossidabili. Gente che si completa a vicenda, divertimento assoluto, ricordi che restano per sempre. Senza andare a scomodare i tempi delle superiori, che per me sono stati indimenticabili, nella mia esperienza posso citare i primi anni 2000, quando vivevo in Italia. Eravamo un gruppone di una quindicina di persone, tutti ai confini tra il laureando e il neolaureato. Abbiamo passato insieme un inverno da favola, un’estate leggendaria. Poi, tutt’a un tratto ci siamo accoppiati quasi tutti. Il mitico gruppo si e’ indebolito prima, sfaldato poi, ridotto a mero contatto su facebook ai giorni nostri. (Ma chi dimentichera’ mai le feste fantastiche, le albe in disco fino alla chiusura, l’appartamento in affitto di quell’estate?)
La magia e’ tornata nel 2005, con un nuovo gruppo di persone. A Brisbane questa volta. Nato per caso, gente per lo piu’ italiana con cui sono finito con l’uscire tutte le sere per mesi. Indimenticabili notti nella Valley, e feste in case di sconosciuti, e domeniche infinite in riva al Pacifico coi furgoni noleggiati, per quello che sembrava non dovesse finire mai. C’e’ stata una chimica bellissima tra di noi. Ma poi, come prima, tutti sono tornati alla loro strada, e nel giro di settimane a Brisbane di noi non c’era che una manciata di persone. E alla fine con uno schiocco di dita ero rimasto solo io.
Poi c’e’ stato il 2008, quando ho preso i famosi sei mesi sabbatici e ho fatto lo studente a Tokyo. Li’ ho avuto la fortuna di far parte di un altro gruppo fantastico di amici, gente proveniente da tutte le parti del mondo. Si e’ usciti ogni sera per mesi, tutti insieme a scoprire Tokyo. Mezzi non parlavano neanche inglese, e ci si esprimeva a gesti. Poi la scuola e’ finita e se ne sono andati quasi tutti. Sono rimasti i migliori, pero’, quelli da cui sono tornato quando ho trovato lavoro in Giappone. Ma anche loro, a uno a uno, hanno gettato la spugna o hanno trovato nuove strade. La cilena s’e’ accasata in Cile, il francese ha rinunciato a trovare un lavoro decente e se n’e’ tornato in Francia, la Coreana ha avuto un bimbo ed e’ tornata a casa col marito, il romeno e’ tornato in Italia dopo il terremoto, lo svizzero ha deciso di tornare a casa e finire l’universita’, l’americana ha trovato lavoro ed ora e’ in… antartide! L’italiano, che poi sarei io, ha fatto ritorno in Australia. Restavano solo la cinese e l’americano. Ed e’ notizia di ieri che pure lei alla fine se ne va. Pezzo dopo pezzo, a Tokyo col tempo che passa ho sempre meno gente da cui tornare.
Il bello della vita pero’ e’ che come le stagioni, certe cose muoiono ma poi rinascono, diverse ma sempre ugualmente belle.
Il segreto sta tutto nel saperlo accettare e nell’evitare di attaccarsi troppo a certe situazioni, altrimenti va a finire che mentre si guarda indietro ci si perde lo spettacolo che si ha davanti. Lo so, sto raccontando la solita menata del Carpe Diem, ma e’ questo quello cui sto pensando ora, ed e’ questo che mi sentivo di condividere col mondo nel post di oggi.
Concludendo, ci terrei anche a dire che al momento la mia unica certezza e’ che quando parlo di Giappone e di giappine mi si alzano i contatti del blog (x2, a ben vedere). Otaku di merda che non siete altro.