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Di autopubblicazione

Creato il 04 luglio 2013 da Vocedelsilenzio
Un po' sull'onda del mio post inerente il perché una persona dovrebbe scrivere, arrivo ora a chiedermi il perché qualcuno dovrebbe pubblicare. Anzi, mi domando perché una persona dovrebbe auto-pubblicarsi.Lo sapete tutti, ormai il self publishing è una pratica ben rodata, e con l'avvento degli ebook questa forma di pubblicazione ha subito una forte spinta, perché piuttosto immediata e di facile gestione.Volendo, tutti posso crearsi un proprio ebook e smerciarlo su Amazon e gli altri store online.Ma perché uno dovrebbe farlo? Perché un autore, o aspirante tale, dovrebbe vendere da sé il proprio lavoro?La risposta che più mi appare logica, è che lo si faccia perché non si è trovato un editore disposto a pubblicarti. Ritengo infatti che se uno scrittore vuole essere letto, la prima cosa che fa è inviare il proprio manoscritto a delle case editrici. Certo, può esserci chi punta subito all'arrangiarsi, ma si tratta sicuramente di una piccola percentuale.Ma allora scatta una nuova domanda: se nessuno ha creduto del settore in te, sei sicuro sia una buona cosa rendere comunque disponibile il tuo testo? E non gratis, ma a pagamento?Io ammetto di essere scettico, in proposito. Sono scettico perché ritengo che, al di là degli evidenti problemi dell'editoria italiana, al di là della scarsa voglia di investire sul nuovo, editori, anche piccoli, meritevoli e in grado di creare buoni prodotti, ci siano. Certo, magari non sarà la big di turno, ma sarà comunque una realtà che crederà in un buon testo, se lo trova, e che tenterà di valorizzarlo al meglio.Quindi no, io non credo che si pubblichi solo se si è raccomandati.Quindi sì, credo che se un testo vale, in qualche maniera un editore lo trova. Nella maggior parte dei casi, almeno. E penso che se un mio testo non trovasse mai un editore disposto a investirci, io non me la sentirei di dare comunque alle stampe il mio lavoro.Se svariate persone hanno ritenuto di non dover finanziare un progetto, cosa mi fa credere che questo progetto sia davvero valido? Io credo si tratti di egocentrismo. Non può essere altrimenti. O forse sì?Perché è vero che a volte certi bei testi non trovano una via editoriale per motivi particolari e non inerenti alla qualità, tipo problemi di collocazione, ecc., ma la mia paura è che la maggior parte dei testi rifiutati, siano testi che andavano ASSOLUTAMENTE rifiutati.Di autopubblicazionePer un breve periodo della mia vita, ho fatto il lettore di un piccolo editore. Era una cosa gratuita, ma essendomi sempre interessato al settore, ho voluto provare. Beh, posso dire che ne avrei salvati davvero pochi, dei testi letti? Posso dire che di questi pochi, la maggior parte erano comunque da rivedere abbastanza pesantemente?La mia impressione è che pensiamo che quello che facciamo sia sempre ottimo. Perché l'abbiamo fatto NOI!Se a te la mia storia non piace, è perché TU non capisci niente.Se un editore non mi vuole, è perché pubblica solo raccomandati.Se un blogger mi recensisce negativamente, è perché le case editrici big lo pagano per far pubblicità ai LORO libri.Siamo cechi. Siamo genitori che, quando veniamo convocati alla scuola di nostro figlio perché il dolce pargolo ha picchiato un suo compagno, ci schieriamo di forza CONTRO gli insegnanti!Inoltre, è vero che spesso i piccoli editori hanno scarse risorse per fare editing, ma almeno una correzione la fanno. E in alcuni casi ci sono dei professionisti di tutto rispetto che fanno lavori di questo tipo.Ma se ci si autopubblica, chi svolgerà un'azione di editing anche minima? Chi garantirà al lettore una determinata qualità di base?Con questo articolo non voglio dire che il mondo editoriale sia tutto rose e fiori e che i libri sfornati ogni giorno siano tutti bellissimi. E non voglio neanche dire che sia sbagliato auto-pubblicarsi. Vorrei però che tutti quelli che scrivono si interrogassero su quello che stanno facendo.Perché scrivo?Perché pubblico?Sono sicuro che la gente debba spendere dei soldi per leggere questa roba?Tutto qui. Se gli scrittori pensassero di più alla responsabilità che hanno nei confronti dei lettori, beh, credo che alcune cose sarebbero ben diverse.

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