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Di Battista: capire o giustificare Premetto che credo di essere una persona “normale”. Anche in politica. Mai votato per le estreme estreme. Mai pensato di votare per M5S. Mai simpatizzato per la violenza e tanto meno per il terrorismo. Punto. Dopo le ultime dichiarazioni di Alessandro Di Battista, brillante esponente di M5S, ho deciso di contare fino a 10 prima di commentare. Perché il mio commento non sarebbe stato per nulla in armonia col coro unanime che si leva nel Paese. Tutti, dalla destra alla sinistra, sulla stampa e sul web contro il “povero” Battista. A che servirebbe – mi dicevo – esprimere un diverso parere? E se poi io fossi vittima di un colpo di sole o di un segno precoce di invecchiamento? Beh, ho contato ancora. Fino a 100 e fino a 1000. E commento. Gli amici mi facciano sapere se ho perso la testa. Di Battista ha detto qualcosa di ovvio e qualcosina di ingenuo. “Se un drone mi bombarda ed io non ho mezzi adeguati per replicare – si chiede Di Battista – io cosa faccio? Mi carico di tritolo e mi faccio esplodere in un autobus”. Ha detto cioè che il terrorismo e il suicidio-omicidio dei kamikaze è l'arma di chi non ha armi. Di chi non ha sofisticati strumenti di puntamento né atomiche. Condivido fin qui. Purché non si esaltino le ragioni dell'Isis, del Califfato, degli stupratori, dei massacratori, degli infibulatori, io condivido. Giacché- se proprio si deve scegliere con quale assassino stare – governo o banda che sia – io scelgo Israele. Scelgo Israele perché uccide nei modi che la cultura occidentale di cui sono imbevuto considera più civili. E perché bombarda scuole e ospedali per colpire un “terrorista”, ma lo fa per proteggere valori che sono i miei (eguaglianza dei generi, libertà sessuale, etc.), non la subalternità femminile, l'infibulazione o simili porcherie. Ma Di Battista ha esaltato le modalità assassine dei fondamentalisti? Ha esaltato il loro progetto di società? Leggo e rileggo e non trovo nulla di simile. Ha detto semplicemente di “capire” le ragioni del terrorismo. Non di giustificarle. Povertà, oppressione coloniale, etc. lo hanno prodotto. Non è vero? Per essere fermi contro il terrorismo dobbiamo dire che non lo comprendiamo? Pare di sì. Dobbiamo dire che siamo stupidi e non comprendiamo. Di Battista ha anche aggiunto peraltro che sarebbe preferibile una lotta non violenta. Anzi – ho controllato – il 10 agosto , anticipando il tema, aveva postato l'immagine di Gandhi, in un post intitolato “Solo la nonviolenza ci salverà”. Infine la cosa più ingenua. Trattare coi terroristi. Per la verità continuiamo a discutere di trattativa Stato Br o Stato mafia. Non sarebbe troppo diversa una trattativa con l'Isis o Califfato che sia. Solo che loro non credo siano disponibili a trattativa alcuna. Penso vogliano la resa totale. Ha ragione Di Battista. Noi buoni (traduzione mia) siamo colpevoli. Noi buoni (senza ironia) abbiamo prodotto il male (Bin Laden, Califfato, etc.). Non rimediamo arrendendoci. La frittata è fatta. Il mostro è vivo e vegeto. Dobbiamo estirparlo. Distruggerlo. Quando avremo sparso nuovo sangue come drammaticamente necessario, però rispondiamo seriamente alla domanda sul perché siamo giunti a questo.
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