Mercoledì pomeriggio a Parma ci sarà la presentazione in pompa magna del candidato alla presidenza FIR Alfredo Gavazzi. Al suo fianco siederanno l’attuale numero uno federale Giancarlo Dondi (che non si ricandiderà dopo 16 anni di mandato) e il vicepresidente Nino Saccà. Tutto bene, ma anche no. Perché forse sono l’unico a pormi questo problema, ma non credo che un presidente federale per quanto dimissionario ma ancora in carica sia nella posizione più adatta per fare campagna elettorale per chicchessia. Trovo che sia eticamente sbagliato. Insomma, chiamatemi “anima bella”, ma penso che Gavazzi, Gianni Amore e chi verrà con loro, abbiano il diritto/dovere di far conoscere quelli che sono i piani, gli obiettivi e le priorità del loro possibile mandato. Un presidente federale (chiunque esso sia! Che si chiami Dondi, Gavazzi, Amore o Piripallo non cambia niente) però rappresenta un intero movimento, non una parte di esso, fosse anche maggioritaria. Quindi o si candida per una conferma oppure si fa da parte e lascia il campo agli altri contendenti.
Trovo non corretta anche la semplice indicazione di preferenza per un nome piuttosto che un altro, ma quantomeno è un po’ più comprensibile. Li però bisognava fermarsi, si era già andati un po’ oltre. Prendere parte invece a quelli che sono invece veri e propri appuntamenti elettorali a favore di uno specifico candidato – e quindi necessariamente “contro” tutti gli altri – è invece sbagliato e a dirla tutta poco corretto. La FIR con la sua struttura e i suoi rappresentanti dovrebbe essere arbitro, non parte in causa. Oppure vale tutto?