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Di Cecini, fiabe popolari e ricordi

Da Atlantidekids @Atlantidekids

Quello che ricordo io è mio nonno che metteva una manciata di ceci secchi sotto alla cenere del focolare, piuttosto vicino al carbone ardente ma abbastanza distante da esso da scongiurare il bruciarla. Lo ricordo perché quei ceci erano squisiti, croccanti e profumati e perché mentre io sgranocchiavo, nonno Nicola (che però si chiamava Umile) raccontava. E mi raccontava che quello che avevo appena mandato giù, sì, proprio quello, era Ciciariell'. Io ridevo, perché c'era da ridere a questa assurdità, considerato che Ciciariell', lo sapevo bene, era un bambino, piccolo, sì, ma con mani e piedi, zazzera bruna sul capo, spirito fino e intraprendente.

Ed eccolo qui, Cecino, di nuovo tra le mie mani, per niente bruciacchiato ma ancora piuttosto fragrante e profumato, in una variante del racconto tradizionale narrato da Pitrè nelle Novelle toscane, edita da Kalandraka. Ugualmente buffa, ugualmente divertente.

Della fonte originale, che io colloco in un tempo non definito e attribuisco, altrettanto soggettivamente, ai cantastorie del focolare, conserva il ritmo, il fraseggiare cantilenante e ripetuto e, come ben sottolineato dall'editore, la struttura cumulativa, nel senso che le attribuisce Propp della reazione a catena che si conclude con qualche allegra catastrofe.

Cecino è un bimbo, piccolo, piccolo ma tanto solerte e intelligente. Come capita spesso nelle novelle della tradizione popolare orale, Cecino, per andar a fare un servizio per conto della mamma, si incammina: si lascia alle spalle la casa dei genitori, ambiente sicuro in cui si muove con tranquillità, per compiere una missione, solo all'apparenza, semplice. Ma per un bimbo grande quanto un cece anche uno scroscio improvviso di pioggia può rivelarsi un pericolo. Così, saggiamente, Cecino si mette al riparo sotto un cavolo. C'è da dire che i cavoli sono merenda saporita per taluni ruminanti (e anche per qualche strambo umano) per cui un bue molto affamato non ci pensa due volte ad assaggiarlo e ingoiarlo così, in un boccone, Cecino e tutto, come direbbe mio nonno.

Povero Cecino, che misera fine! Ma da perfetto eroe intraprendente dallo spirito indomito e intraprendente, Cecino non si perde d'animo e canta e canta così che i genitori, che lo cercavano disperatamente, possano sentirlo e salvarlo. La storia di Cecino si risolve in un finale piuttosto rumoroso ma anche piuttosto e propriamente liberatorio che vi invito, e caldamente, a scoprire leggendo questo albo di Olalla González, illustrato con collage e le matite colorate da Marc Taeger e tradotto in italiano da Elena Rolla.

Di Cecini, fiabe popolari e ricordi
Titolo: Cecino
Autore: Olalla González, Marco Taeger
Editore: Kalandraka
Dati: 2015, 36 pp., 14,00 €

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