DI CICLISTI, SUVVISTI E DI CIò CHE POTREBBE ESSERE E INVE...

DI CICLISTI, SUVVISTI E DI CIò CHE POTREBBE ESSERE E INVECE NON È
Cioè, una si crede che ad andare in bicicletta in città fai una cosa buona e giusta.
Non inquini,
non contribuisci a congestionare il traffico,
non fai rumore,
non rischi di ammazzare nessuno.
Invece scopri che appartieni a una categoria odiatissima.
L'altro giorno, dopo essere stata ricoperta di insulti da una signora su un suv perché, con il mio mezzo metro di spazio occupato sulla strada, le ho impedito per almeno cinque secondi di sorpassare l'auto che ci precedeva, ho scritto su fb questo commento che mi è uscito dal cuore e da 24 anni di esperienza:

la mia statistica da ciclista urbana è completa: gli stronzi stanno tutti sul suv. qualcuno anche sulla smart.

Putiferio.
Si sono scatenati tutti, i solidali e gli altri, quelli che i ciclisti li "targherebbero a fuoco" (cit.) perché passano col rosso, vanno sul marciapiede, ascoltano la musica.
E via con accuse reciproche, a volte perfine livide.
E, bene o male, erano tutti miei amici!
Boh, a parte che mettere sullo stesso piano suvvisti e ciclisti è demenziale e, come mi hanno scritto, a fare così ci si merita il traffico, l'aria mefitica di Milano e i bambini con la bronchite cronica, mi ha impressionato il tono di molti commenti, livido e intollerante.
Tutti a guerreggiare, a darsi addosso.
Forse è questa città trascurata e sempre meno "umana" che ci rende ormai così aggressivi.
Se poi penso che Milano sembra nata per ospitare le biciclette, piatta e piccola com'è, non mi do pace.
Basterebbe fare le piste ciclabili promesse da tutti i candidati sindaci (e mai realizzate) per ammorbidire gli animi sul tema.
Basterebbe un po' più di senso civico a partire dall'alto per scendere fino a ogni singolo cittadino per vivere insieme meglio, per respirare ossigeno invece delle polveri sottili, per nutrirsi di com-passione invece che masticare odio.
Ma sono solo parole al vento...