Del resto va osservato che questo è un assunto che non ha bisogno di connotazioni religiose. Non serve un paradigma: "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" o "Ama il prossimo tuo come te stesso". Ma nemmeno andare a infilarsi nel ginepraio di qualche evanescente disciplina New Age. Basta invece la fisica. La pura, nuda, asettica, ma solida fisica, in base alla quale, già nel 1893 affermava tramite Ernst Mach, il Principio in base al quale:
«L'inerzia di ogni sistema è il risultato dell'interazione del sistema stesso con il resto dell'universo.
In altre parole, ogni particella presente nel cosmo ha influenza su ogni altra particella.»
Dopodiché Relatività Generale e Meccanica Quantistica, con tutte le loro conseguenze, non fecero altro che confermare il concetto in maniera sempre meno teorica e sempre più sperimentale, sia nell'macrocosmo, che nel microcosmo.
Naturalmente questa visione si scontra (e violentemente!) con le esigenze private, i personalismi, gli orgogli, gli egoismi, le meschinità, i limiti e tutto quel variegato campionario di prerogative che estraggono l'essere umano dal tessuto connettivo dell'universo e lo illudono di essere un singolo individuo, bastante a se stesso, in cerca di continua autoaffermazione e in eterna competizione con la natura e i propri simili, ovvero, in altre parole, con il mondo intero. È dunque evidente che un qualche tipo di cambiamento, qualsiasi esso sia, per nascere, deve cominciare dall'inversione di questa prospettiva, ovvero da una modifica percettiva di ciascuno rispetto alle proprie relazioni con ciò che lo circonda e alle conseguenze che esse hanno nei confronti di tutto il resto.
Per questo motivo ho colto molto volentieri l'invito degli organizzatori della quarta edizione del Festival del Paesaggio Agrario che si svolgerà i prossimi 20, 21 e 22 luglio nella zona dell'astigiano (qui il programma) a ritornare a parlare un po' di questi argomenti, già toccati qualche mese fa a ridosso dell'uscita del Libretto Verde. Perché un (continuo) movimento di pensiero e discussione è fondamentale essendo il solo modo da cui può scaturire un futuro degno di questo nome, facendoci maturare quell'unica, nuova, sensibilità che - da sola - può salvarci la vita e che, per questo, non dobbiamo mai eliminare dal nostro orizzonte.
Perché questa è una guerra che si può vincere, ma soltanto tutti insieme.
/continua