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Di domani nulla si sa

Creato il 23 aprile 2011 da Abattoir

Di domani nulla si sa. Potremmo divenire, tra un impegno e l’altro, degli eroi cittadini, per aver salvato una vecchietta che attraversa la strada, per aver sventato uno scippo, ma poi? Poi si ritorna alla vita di tutti i giorni, niente Olimpo, solo ranghi in cui stare tutti, tra tanti. Ma proprio tanti. Con il vestito adatto alla situazione ed una storiella divertente, un po’ curiosa da raccontare, poi la storia finisce, e basta. Niente gloria, nessun riconoscimento. Sì, Taxi driver mi ha condizionato: dopo averlo visto, ho pensato che niente possa realmente smuoverci, liberarci dalla condizione di massa, a meno che non ci salvi l’arte. Chi dimenticherà mai il testo di una canzone, un libro che ci ha fatto riflettere, emozionare, la melodia perfetta? qualcosa che ad un certo punto si insinua nelle tue orecchie, nella tua mente, rimanendo là per sempre, scatta qualcosa e quel libro sarà per sempre tuo, quella canzone, quadro, saranno lì, potrai leggerli, ascoltarli, toccarli. Emozioni reificate in pagine, in quadri. Immobili, per sempre fissi, per sempre esistenti in quello strano momento in cui hai capito che qualcosa ha fatto partire un piccolo meccanismo, un colpo di fulmine, boom, una bomba. Così l’eternità si guadagna attraverso la cosa più umana, le emozioni, il sentimento, l’istinto creativo, i colori che acquista l’angelo divenuto uomo ne Il cielo sopra Berlino. La capacità di guardare le cose sotto forma di parole, di note, di colori, può salvare l’uomo o la donna dalla condizione di tanti tra tanti. Umani, così splendidamente dotati di pulsioni, sensi e creatività che si alzano dalla condizione umana, con ali di cera che sfidano le comuni possibilità. Ali cerate che rappresentano il tentativo di andare contro quello che non ci è permesso dalla condizione di esseri umani. L’errore originale, la nostra capacità di tentare e trovare nuove strade, perché niente sappiamo di cosa al mattino ci aspetterà, ma scegliere comunque di raccontare cosa oggi o ieri, ci è accaduto, provando a dare una forma, un’estetica, facendo assaggiare gusti differenti.

Avrò sempre impresso in mente quel tassista, Robert De Niro, con la sua cresta da moicano, ed avrò sempre in mente Martin Scorsese.

Esseri tutti di carne, tutti destinati alla decomposizione fisica e pure risorti ogni qual volta, guardando la loro testimonianza terrena, qualcuno sentirà scattare quella molla che ci dice di esserci riconosciuti, nell’opera di qualcuno, che inspiegabilmente adesso sentiamo di amare.


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