Di Ebola e altre paure

Creato il 30 gennaio 2015 da Calcioromantico @CalcioRomantico

Un sorteggio il 29 gennaio ha deciso chi tra Guinea (Conakry) e Mali è l’ottava squadra promossa alla fase ad eliminazione diretta. Un’estrazione avvenuta quasi 24 ore dopo la fine del match e preceduto da proteste da parte delle due federazioni coinvolte, d’accordo sul concetto “gli altri non meritano di essere eliminati così, ma preferiamo passare noi”. Secondo quanto riportato da Reuters e ripreso da africalcio, un rappresentante di ciascuna delle nazionali coinvolte ha estratto una palla da un’urna: il presidente della federazione maliana, Boubacar Diarra, ha estratto la palla del terzo posto e il direttore finanziario del ministero dello Sport guineano, Amara Diabo, la palla del secondo posto. Morale la Guinea, seconda, passa e se la vedrà col Ghana domenica prossima alle 17 a Malabo, e il Mali imbattuto se ne torna a casa. Visti i match dei ghanesi, l’unica cosa su cui ci sentiamo di scommettere è che la partita non si deciderà prima dell’80’.

File per i controlli davanti allo stadio (BBC)

L’incontro verrà giocato prima di Costa d’Avorio-Algeria, quarto molto interessante che mette di fronte la nota lieta africana del Mondiale 2014 e l’eterna incompiuta. Il diluvio che a Ebebiyin ha sommerso Capo Verde e Zambia ha convinto gli organizzatori ad abbandonare le due location in piena foresta: Ebebiyin, appunto, e Mongomo. Per questo i quarti si giocheranno su due campi solamente e, a parte Malabo, l’altro stadio impegnato sarà quello di Bata che il 31 ospiterà prima l’incerto derbissimo Congo-RD Congo e poi Tunisia-Guinea Equatoriale. La squadra di casa è, infatti, riuscita a passare il turno nonostante sia in gara solo perché sostituta del Marocco come organizzatrice dell’intero evento. Un modo come un altro per avere stadi più pieni, potrebbe dire qualcuno. In realtà, da quanto visto in televisione e da quanto letto, ad esempio, sul sito della BBC, il timore della vigilia di vedere curve e gradinate vuote si è rivelato infondato.

Qualche conseguenza in più ha avuto l’altra preoccupazione, meno legata alla manifestazione in sé e più importante da una prospettiva generale. In una parola, Ebola.
Il virus è stato il responsabile primo dello spostamento della sede: il Marocco probabilmente temeva di rovinare il suo appeal turistico con così tanti tifosi africani in giro per il paese, proprio adesso che può ospitare la FIFA Club World Cup. Il virus è stato anche presente nelle menti di tutti sin dal primo istante, grazie allo striscione srotolato da Guinea Equatoriale e Congo in primis: “Ensemble nous pouvons battre ebola”. Dalle cronache abbiamo poi giornalmente appreso di lunghe file all’entrata degli stadi, ingigantite dai controlli eseguiti sui singoli spettatori. Incidenti si sono registrati prima del match tra i padroni di casa e il Burkina Faso, un lancio di pietre da parte di tifosi equatoguineani, rimasti fuori dallo stadio, ha indotto la polizia a effettuare cariche, ma non si sono segnalati feriti. A tale proposito, Kolo Touré ha apertamente invitato in un’intervista gli spettatori a rispettare le procedure.
Per il resto, la situazione generale sembra migliorata e il numero di nuovi contagi in molte delle zone dell’Africa interessate dall’epidemia sta diminuendo, anche se questo non vuol dire che tutto sia sotto controllo.
A voler essere cinici, ha rischiato di influire di più la malaria di Asamoah Gyan sull’esito sportivo che l’ebola. Il calciatore rapper ha, infatti, saltato il primo match, quello perso dai suoi col Senegal. La sua presenza è stata poi determinante specie nel secondo incontro, quello contro l’Algeria (gol a tempo scaduto).

Gradel in gol contro il Camerun

Non vogliamo dilungarci nella presentazione dei quarti (tanto sbaglieremmo pronostici, uomini chiave e squadre per cui tifare), per cui preferiamo darvi in pasto un’analisi statistica. Facile individuare il risultato più comune: 1-1. Ben 10 i match conclusi con questo risultato, cinque nel solo gruppo D, quello del sorteggio tra Guinea (Conakry) e Mali. Abbiamo poi registrato sette vittorie col minimo scarto (tre per 1-0 e quattro per 2-1), quattro delle quali ottenute negli ultimi minuti di gioco, e quattro pareggi a reti inviolate. Infatti, tre vittorie nette, ma solo nel punteggio: il 3-1 di Algeria-Sud Africa e due 2-0. Se facciamo i calcoli abbiamo 43 gol in 24 partite, ovvero circa 1,75 reti per match.
Non è un caso, quindi, che nessun grande bomber si sia imposto all’attenzione del mondo. Per adesso solo Gradel può dire di avere un’ottima media, visto che ha giocato meno di 180′ e ha già segnato due gol, quello contro il Camerun veramente bello. Chiudiamo con i difensori. Non molto da segnalare, anche perché non sembra loro il merito di tanta poca prolificità. Ma che bello rivedere sul campo quegli interventi genuini, preferibilmente in scivolata, e che bello vedere la gente che si rialza prontamente dopo essere stata scaraventata a terra. In Europa certe cose non si vedono più…

federico

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