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Di Edipo, del suo complesso e dei distacchi creativi

Da Paterpuer @paterpuer

È successo qualche giorno fa e ha tutta l'aria di essere una di quelle cose che rimangono impresse per tutta la vita. A me, comunque, rimarrà per sempre.

Per carità, successivamente - come sempre capita con i bimbi - ci son stati passi indietro e ritorni varii ma il dado è tratto e io sono felicissimo. Attenzione però: di quella felicità agrodolce che solo il veder crescere un figlio riesce a innescare.

Ma insomma, cosa è successo?

Erano ancora i primi giorni (mai troppi per un bimbo) di scuola materna e Samuele era sempre sull'orlo del pianto al momento dei saluti. Poi una mattina l'ho accompagnato (in macchina soundtrack by Bandabardò come al solito) e invece di fare il "labbrino" e chiedermi di restare si è allontanato, poi è tornato con passo deciso (risolutissimo!) e guardandomi dritto negli occhi con una fierezza degna di un animale selvatico mi ha "colpito" in fronte con l'indice e se ne è andato via, verso gli altri bambini. Senza dire niente e senza più voltarsi.

Quella risolutezza, quel gesto e quel dito usato come un'arma mi hanno lasciato senza parole, consapevole di essere stato ucciso, seppur simbolicamente. Come in un flash mi sono apparse le immagini di Candida, quando Marchbanks le svela che sta usando l'attizzatoio come un'arma a separarla da lui, ho cioè ricondotto d'istinto una scena sconosciuta a un qualcosa di familiare. Ma non eravamo in una commedia di Shaw, ero ella mia vita ed ero senza parole.

Ecco, lì mi sono sentito un po' vecchio, lì ho percepito che tra me e mio figlio era iniziata una nuova era. Lì sono stato fiero e orgoglioso di lui. Lì ho anche capito che, in qualche modo ha iniziato a fare i conti con il suo complesso edipico.

Samuele ha quasi tre anni e mezza, è tecnicamente nella "seconda infanzia", quella in cui iniziano i percorsi edipici.
Freud pubblica i primi riferimenti al complesso di Edipo (secondo la mitologia greca Edipo uccise, senza saperlo, suo padre e sposò, senza saperlo, sua madre) nell' Interpretazione dei sogni, (anno 1900). In realtà i primi accenni risalgono addirittura al 1897: in un carteggio privato Freud ne rivelava l'idea a seguito di un'autoanalisi condotta dopo la morte del padre. Freud ritorna successivamente a rielaborare la teoria, in particolare relativamente al complesso edipico nella bambina.

Per Freud è un complesso filogenetico (cioè universale) e secondo alcune ipotesi l'incesto è socialmente considerato un delitto "non già per nozioni eugenetiche sulla labilità costituzionale della prole dei consanguinei, bensì per la presenza di questa tappa generale costante nello sviluppo della personalità, rappresentata dal superamento della fase edipica, allorché il bambino impara a rinunciare ad avere la madre tutta per sé, accettando e facendo propria la limitazione imposta dal padre" (Canestrari).

Ma cosa significa esattamente "complesso di Edipo"?
È il triangolo la figura di riferimento. Il bambino è attratto dalla madre, ma il totale possesso della madre è impedito dalla presenza del padre. Padre e madre sono legati fra di loro e per il bambino l'unica via di successo è la "distruzione" del rivale. Il rivale è però forte, è importante e in qualche modo ammirato. Il padre è un rivale ma è anche un modello che ispira e detta le regole diventando una figura di identificazione. Il padre entra - letteralmente - a far parte della personalità del figlio che dovrà affrancarsene operando una fagocitazione e una "distruzione" simbolica per superarne la dipendenza.
Superare questa fase significa crescere, poter ri-amare il padre, poter limitare i desideri di possesso assoluto della madre; ma si tratta di una lotta sfiancante (seppur naturale per ogni bambino) che coinvolge sentimenti, pulsioni e sensi di colpa.
Troppo tecnica forse la nozione di pre-edipico, ma è giusto citarla, così come accennare al fatto che esiste anche la visione di Melanie Klein.

Perché mi è venuto in mente il complesso di Edipo? Per 2 motivi:

  1. si tratta di un episodio di "superamento" del padre
  2. il superamento è avvenuto con una firma propria, personale, individuale

Periodo ricco di sorprese questo (e di stimoli per noi), la spiccata tendenza all'elaborazione grafica di Samuele ( lettere, numeri, disegni) sta letteralmente esplodendo in queste ultime settimane, da qualche giorno noi dettiamo le parole facendo spelling e lui scrive. La scuola materna evidentemente lo aiuta ma a me piace pensare che ci sia dell'altro. E di nuovo sul distacco mi viene da puntare, sull' autonomia.

Non c'è solo la teoria classica per tentare di comprendere le dinamiche dell'attaccamento e dell'autonomia...

Winnicott lancia una suggestione che ho sempre trovato molto intrigante: "Propongo come idea, per discuterne il valore, la tesi che per il gioco creativo e per l'esperienza culturale, fino ai suoi sviluppi più sofisticati, la posizione è lo spazio potenziale tra il bambino e la madre". Winnicott spiega che il bambino può diventare autonomo solo se la madre è disponibile a lasciarlo andare, e che lo spazio potenziale (popolato dal gioco prima e dalla cultura poi) è tanto più esteso quanto più il bambino ritiene la madre "attendibile", quando cioè il bambino è sicuro dell'amore che la madre ha per lui. Il distacco diventa allora uno spazio da riempire con la creatività.
"La prima necessità [...] è di proteggere il rapporto bambino-madre e bambino-genitore nella prima fase dello sviluppo di ciascun bambino, maschio o femmina, così che possa verificarsi l'esistenza dello spazio potenziale in cui grazie alla fiducia il bambino è in grado di giocare creativamente".

Con quel dito, usato come una lancia, mio figlio mi ha tirato una stoccata dal valore simbolico devastante. Mi ha fatto capire che lotta per crescere, e che ogni giorno fatica per diventare più grande, una fatica di cui io sono parte e che (non troppo di riflesso) anche a me tocca fare per rimanere al passo con lui.

Sta dicendo invece a Paola (a lei in particolare) che sente tutta la potenza del suo amore per lui e lo dice disegnando, e disegnando sorride.


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