Magazine Diario personale

Di Fiorello, profilattici e attività ricreative

Creato il 11 dicembre 2011 da Povna @povna

L’altro giorno poi Corto Maltese non ha guardato tutto Hurricane. “A un certo punto ho girato su Fiorello: era l’ultima puntata; e poi volevo vedere il pezzo con Jovanotti” – ha aggiunto con aria significativa.
Il “pezzo con Jovanotti”, ovviamente, è questo. E ovviamente Corto faceva riferimento anche al monologo che l’ha preceduto. E la ‘povna – che su Fiorello ne ha sentite, in queste settimane, in lungo e in largo – non ha potuto evitare di ricamarci sopra un po’ di riflessioni.
Succede infatti, come è noto, che nell’ambito della giornata di prevenzione AIDS si sparga la voce (a mezzo stampa) che una nota RAI raccomandi di non pronunciare in TV o in Radio la parola “profilattico”; succede anche che la notizia venga smentita, rimasticata, ritradotta, nel consueto e italiota “c’è stato un errore di comunicazione interna e sì, forse, boh, non proprio, non lo so”. Succede ovviamente che molti non ci stiano (per esempio Lucianina Littizzetto) e che giustamente interpretino a loro modo la consegna; e, tra questi, succede che Fiorello decida di sottolineare, in prima serata e con il botto, il suo “anche no”. E la ‘povna – che ha guardato solo dei pezzetti di Fiorello (perché una volta c’era Hurricane e le altre due era fuori) – vorrebbe dire che questa le sembra la migliore risposta a un sacco di chiacchiere inutili che sul Più grande spettacolo dopo il weekend avevano iniziato a circolare. E, lo sottolinea, non perché in questo modo lui sia diventato il Mahatma Gandhi (o altro eroe serissimo a piacere). Ma, in realtà, e precisamente, per il motivo opposto. Fiorello si è semplicemente limitato a usare la sua fama, e i grandi ascolti, per mettere la sua faccia a servizio di un problema. L’ha fatto (e questo per la ‘povna è bene), e poteva non farlo. Ma non per questo il suo spettacolo diventa, per la ‘povna, nient’altro che uno show televisivo. E vorrebbe ricordare anche a tutti quelli che “ah, ma la condizione della donna; ah, ma non fa ridere; ah, ma il berlusconismo”, che precisamente di questo si parla: spettacolo, intrattenimento ludico, attività ricreative. Che ciascuno di noi riempie (o dovrebbe riempire, pensa la ‘povna), ogni tanto, di sola e semplice leggerezza, perché tutti noi abbiamo (o dovremmo avere: altrimenti sono cazzi) anche, e meno male!, un lato un po’ cretino. Dunque, rimproverare a Fiorello di non occupare pienamente lo spazio che ciascuno di noi riserva al suo modello di etica significa, nel migliore dei casi, essere sognatori e utopisti. Ma alla ‘povna, cui piace definirsi laica, sembra anche un modo curioso di pretendere che ogni manifestazione del nostro prossimo sia sempre tesa solo alla piena consapevolezza della nostra personale gerarchia di problemi del reale. Una cosa che, se allargata a modello di vita per tutti, arriva ai limiti del fanatismo (oppure è specchio di quel modo di fare – tutto e solo eroi e mostri – tipicamente italiano). Se c’è una questione femminile (è c’è), se c’è una questione televisiva (e c’è) in Italia, alla ‘povna sembra abbastanza sciocco prendersela con Fiorello. O pretendere da una trasmissione comica qualcosa di più dall’onesto (o magari anche ottimo) intrattenimento che è nata per fare. Tutto il resto (come per esempio in questo caso il profilattico), se c’è, bene che venga; altrimenti, pazienza. Del resto, alla ‘povna non pare che in quei paesi serissimi in cui per legge venga vietata, in ogni campo, quel po’ di sana cretineria raccontata da Fiorello si viva poi in una società così migliore.


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