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di hi-tech e altre cialtronerie

Creato il 15 giugno 2012 da Martahasflowers
di hi-tech e altre cialtronerie
Abbiamo resistito a lungo, anche se intorno a lui lo avevano già tutti e pure da parecchio tempo: lo avevano i suoi compagni di scuola, i suoi amici, le sue cugine.
Poi, visti i lunghi tragitti che percorre da solo in città, abbiamo ceduto.
Perché, diciamolo, la vera funzione del telefonino è quella di placare le ansie dei genitori.
Fino al mese scorso però il cellulare di simone era un modello sgrausissimo:
solo telefonate e sms, fine delle possibilità.
Poi è successo che un nostro amico, oppresso dal senso di colpa per avergli provocato la lussazione del mignolo del piede durante una partita di pallone molto maschia, ha regalato a simone uno smartphone semi nuovo.
E la vita di nostro figlio è cambiata.
Ora se ne va in giro con gli auricolari alle orecchie farfugliando strane canzoni latine 'nz 'nz, scatta fotografia con fare compulsivo (peggio di me) e credo che di nascosto passi un bel po' di tempo a giochicchiare con strani omini che sparano, saltano ed emettono suoni metallici.
Noi ci barcameniamo tra disappunto e tenerezza, perché un figlio alle soglie dell'adolescenza smuove emozioni multiple e contrastanti dentro la pancia di un genitore.
Oggi però mi sono trovata a chattare con lui che è lontano, al mare con suo fratello piccolo e i nonni paterni.
Gli ho scritto che mi mancava e gli ho fatto un sacco di domande su come si sente, che cosa fa tutto il giorno, che cosa pensa.
Tutte quelle cose che se ti telefoni, non so perché, vengono male, mentre per iscritto hanno una risonanza più forte e secca e ci si apre anche a battute stupidelle che fanno complicità e che ci scappano  perfino un po' di paroline dolci.
Anche perché se è vero che ridurre i figli da tre a uno a Milano è come entrare in paradiso: il tempo si dilata e tu conquisti spazi e silenzi dimenticati.
È anche vero però che poi ieri sera, dopo 6 giorni di separazione, avevo una malinconia da assenza che mi ha lasciato sull'orlo delle lacrime.
Ecco perché questa mattina è stato tutto un chattare con simone, manco fosse il mio innamorato.
A un certo punto gli chiedo:
- E Ettore? Mi manca anche lui...
- Mamma, Ettore si diverte ed è felice. 
...Ma pensa tanto a te


E io sono rimasta lì un po' così,
indecisa se credere a queste parole che sono quelle che ogni madre vorrebbe sentirsi dire,
o se apprezzare la raffinata cialtroneria di questo figlio che mi cresce sotto il naso e che adoro perché ha capito tanto di me e che sa come prendermi per farmi sdilinquire, furba canaglia che non è altro.
Grazie ai Blame Coco, che hanno cantato questa canzone sulla nostalgia dell'amore, che forse loro intendevano quello romantico ma per me vale tutto, ché sempre amore è.

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