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Di ignoranza multiculturale. Ancora sul caso Rozzano.

Creato il 02 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Di ignoranza multiculturale. Ancora sul caso Rozzano.

Sir Isaac Newton

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Sir Isaac Newton Di ignoranza multiculturale. Ancora sul caso Rozzano.

Marie Curie, una grande donna

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Marie Curie, una grande donna

di Giuseppe Leuzzi. Fra i teatrini degli uni e degli altri nella scuola di Rozzano si è rappresentato soprattutto un buco: una specie di morte fredda. Un buonismo laico o laicismo buono che non sono niente. La cancellazione della tradizione in nome di questo niente.

Da una parte si sono visti a Rozzano i partiti di destra per una comparsata in tv. Dall’altro maestre ignote mute, sotto la guida di un preside furbo grillino, con un progetto di scambio del Natale con una Festa dell’Inverno. Il vuoto, in aggiunta al freddo, non era effettivamente nel mezzo, era in questa parte, nei muri della scuola, disanimati.

Ogni anno la scuola celebra alcuni rituali vuoti. A ottobre le sfilate contro la finanziaria. A novembre l’occupazione. A dicembre il Natale che non s’ha da fare. Non impunemente: ogni anno la scuola – la scuola pubblica – si perde un pezzo, si mutila, si deprime. Prima con le lotte, ora soprattutto col multiculturalismo. Che la scuola, più che praticarlo come da programma, mostra di non capire. Eppure è semplice: il multiculturalismo è una moltiplicazione delle conoscenze e le tradizioni non una mutilazione. Il multiculturalismo vuole la messa in valore della propria  tradizione, accanto alle altre, non la sua escissione.

L’ignoranza è anche della geografia, della geografia politica. Si vuole abolire, si è abolito di fatto, il Natale a scuola perché, si dice, urta la sensibilità dei mussulmani. Mentre è al contrario che avviene. Al mussulmano dà fastidio questo cristiano untuoso con le mani alzate: è il carogna che si arrende per non combattere e soprattutto non è un credente. Un cristiano è già miscredente di suo, se poi nasconde la sua fede è un doppio miscredente.

Ora, non bisogna pretendere che le maestre vadano a scuola di islamismo. Ma bisogna che sappiano  che la cultura si fonda sulla tradizione, e che la religione non si esclude dalla vita politica, tutt’altro – i maggiori pensatori laici dell’Otto-Novecento sono su questo unanimi. Ma, poi, basta una conoscenza minima del mondo arabo e islamico, da turista, anche soltanto al mercato, per sapere che  questo camuffarsi, celarsi, scancellarsi non viene letto come un segno di benevolenza ma di debolezza: non c’è francescanesimo nel mondo arabo e islamico, tanto più se senza stimmate né altri segni divini.


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