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Di ignoranza si muore

Creato il 20 febbraio 2013 da Michelepinassi @michele_pinassi

Proprio qualche giorno fa è uscito sul Blog di Beppe Grillo un video relativo alla presentazione dell’ultimo libro di Roberto Ippolito: l’Italia Ignorante.

I dati snocciolati dal dott. Ippolito sono impressionanti: in Italia il numero dei laureati sono tra i più bassi d’europa, insieme alla Romania. Ed i nostri governi, tecnici o berlusconiani, hanno sempre ridotto le già scarse risorse destinate alla scuola ed alla cultura, con il risultato che in Italia, come già citavo in un mio post di qualche settimana addietro, il 33% degli Italiani non capisce o non sa scrivere una breve frase.

Sono dati allucinanti, soprattutto in un paese che ha fondato la prima università del mondo (Università di Bologna) e che vanta una cultura, bellezze artistiche ed architettoniche importantissime, tanto che da noi vengono studenti da ogni parte del pianeta.

Il fatto più sconvolgente non è quello rappresentato dall’analfabetismo tra le fasce di età più avanzate ma tra quelle dei giovani e giovanissimi, che hanno difficoltà anche solamente ad esprimersi in un italiano corretto. Gli stessi social network sono l’espressione più imbarazzante di tale scarsa scolarizzazione, pullulanti di errori grammaticali da matita blu.

Eppure, i dati lo dimostrano, senza cultura non vi è ricerca e non vi è innovazione. Senza cultura un popolo è destinato a rimanere schiavo, incapace di sfruttare gli strumenti che lo rendono libero. Senza cultura diventa difficile anche capire e siamo così alla mercé di politicanti e magliari che gestiscono un obbediente ed ignaro gregge di pecoroni.

Due parole sui libri, elettronici o tradizionali. Cito ancora dall’intervista di Ippolito:

Oggi siamo in un periodo in cui ultimi due anni è diminuito pesantemente il numero dei libri che vengono venduti, è diminuito il livello della lettura, e questo è paradossale, non si leggono neanche i libri che uno ha a casa gratuitamente, lo hai da parte, potresti leggerlo, no, neanche questo.

Ho sempre letto molto, in certi periodi anche troppo. Adoro leggere, il piacere di sfogliare le pagine di un libro, di spegnere il mondo intorno a me ed entrare nella storia. Non saprei dire come è cominciata questa passione: ricordo che già dalle elementari frequentavo la biblioteca comunale, affascinato dagli scaffali pieni di libri, e leggevo…leggevo…

Ho passato il periodo dei romanzi di Stephen King, quello di Grisham, quello dei manuali (dai minerali alla botanica), quello informatico, la saggistica…

Proprio ieri ho letto l’ultima pagina del libro di Bedeschi “Centomila gavette di Ghiaccio“, un testo che non avevo ancora scoperto.

La cosa più bella, che ho sempre desiderato avere in casa mia, è una libreria grande e piena di libri. Libri letti, non abbandonati a prender polvere. Libri che mi hanno regalato emozioni, che mi hanno svelato qualcosa che non conoscevo ancora, che mi hanno trasmesso un messaggio. Libri, che pagina dopo pagina hanno costruito dentro di me parte di ciò che sono.

Ci sono case in cui la gara è sul numero di pollici della TV, sempre più grande e perennemente accesa, di giorno e di notte. Come un gesto spontaneo, appena entrano in casa, certe persone accendono subito la TV: “è per compagnia”, dicono. Ho sempre pensato che una casa senza libri sia come vuota. E spesso nelle case con la TV grande non ci sono libri. Sono, appunto, case vuote.

Personalmente non ho mai amato particolarmente la TV: da quando ho l’ADSL a casa, mi basta andare su Youtube per gustarmi tutto ciò che voglio, dal documentario agli scherzi, dalla recensione al dibattito.

Non ne ho proprio bisogno, della TV: la sera, a cena, preferisco parlare con mia moglie. Anche lei ama leggere, come me, e così la sera ci troviamo sul divano, con il libro in mano, immersi nella lettura. E poi ci confrontiamo, raccontandoci le nostre impressioni, se il libro ci è piaciuto o meno.

E’ bello avere stima e rispetto della propria moglie, considerarla una donna libera ed emancipata. Anche grazie ai libri, perché la cultura è l’unico strumento che rende liberi.

E consapevoli di esserlo.


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